II risveglio di Ghiaia “Ad agosto via ai saldi” Alberghi vuoti sul lungomare ma il salotto buono affronta la crisi: “Che bella atmosfera” La ripartenza di Ghiaia è un misto di entusiasmo, paura e nervosismo nel silenzio surreale interrotto dal suono del sassofono suonato da un mendicante all’angolo di via Calabritto. Sono 300 i negozi del salotto buono della città, riapriranno tutti. Non senza conflitti. «I saldi cominceranno ad agosto – sbotta Roberta Bacarelli, nel suo negozio di 300 metri quadri in via Carlo Poerio – tutti devono rispettare le regole ufficiali, non si può fare di testa propria». La pietra dello scandalo sono le prime vetrine, allestite con manifesti che invitano la clientela ad acquistare con i primi sconti. È la scintilla che fa mostrare i muscoli a chi attende da mesi di tagliare il nastro del nuovo inizio. «Sono operazioni scorrette – spiega Carla Della Corte, presidente del Ghiaia District di Confcommercio, mentre allestisce la sua vetrina – in questo momento dobbiamo restare uniti. In agosto nessuno chiuderà, sarà allora il tempo dei saldi, come ha stabilito l’associazione ufficialmente. Comunque, che bella atmosfera, siamo contenti di ritornare dai nostri clienti». Nessuna paura per la Fase 2 e se fosse complicato, Della Corte ha un piano B. «Se nessuno verrà in negozio, torneremo come negli anni Cinquanta – propone – andremo noi a casa dai clienti». I commessi del negozio “Michele Franzese” in via Domenico Morelli, non si fermano mai. Saracinesca semiabbassata, mascherina, guanti, camminano frettolosi a piedi nudi, da una sala all’altra. Si affacciano timorosi suì l’uscio, dove qualcuno chiede notizie sulla riapertura. «Stiamo preparando le vetrine – spiega Milena Franzese, direttrice e moglie dello stilista, mascherina e visiera in plexiglass la riapertura ci preoccupa. Misureremo la temperatura ai dipendenti ogni giorno, faremo entrare due persone per volta». «Siamo contenti di tornare a lavoro – spiega Filippo Orlando del negozio “Brano e Pisano” – ma è un grande punto interrogativo, sarà una sfida difficile». A pochi metri, il gazebo della storica “Caffettiera” di piazza dei Martiri, simbolo del salotto della città. Mai visto così solitario, senza i tavolini strapieni come prima del lockdown. Destinato a diventare, ora, simbolo della difficile Fase 2.