Parte il conto alla rovescia per l’avvio delle somministrazioni delle terze dosi di vaccino
anti-Covid: si iniziera’ ad effettuare i richiami dal 20
settembre, cominciando dai soggetti immunocompromessi. Questa la
decisione presa nel corso di una riunione alla quale hanno
partecipato il ministro della Salute Roberto Speranza e il
Commissario per l’Emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.
Inizialmente, sara’ dunque coinvolta un platea di circa tre
milioni di pazienti immunocompromessi. Tra loro, pazienti
trapiantati, oncologici e con patologie autoimmuni. Subito dopo,
ha indicato Speranza nei giorni scorsi, si procedera’ con gli
altri soggetti fragili, gli ospiti delle Rsa e gli
ultraottantenni.
Intanto, sono oltre 40 milioni (40.006.727) gli italiani
vaccinati contro il nuovo coronavirus con entrambe le dosi in
base ai dati pubblicati sul sito del governo, pari 74,07% della
popolazione over 12.
Al centro della riunione di oggi, dunque, la somministrazione
di dosi ‘booster’ a quelle categorie maggiormente esposte o a
maggior rischio di malattia grave. Ed e’ gia’ in corso tra il
ministero della Salute e i tecnici delle regioni un confronto
per “la puntuale definizione della popolazione target” a seguito
del quale verranno aggiornati i sistemi informatici per l’avvio
delle somministrazioni in tutto il paese. Per consentire
l’inoculazione della terza dose, sottolinea ancora la struttura
di Figliuolo, verranno messe a disposizione ulteriori dosi di
vaccino a mRna Pfizer e Moderna. Si parte quindi con i richiami,
mentre resta sostanzialmente stabile ma con un trend in calo
l’andamento epidemico nel nostro Paese: sono 2.800 i positivi
nelle ultime 24 ore, secondo i dati giornalieri del ministero
della Salute (ieri erano stati 4.664), mentre sono 36 le vittime
in un giorno (ieri 34). Il tasso di positivita’ e’ al 2,3%. Sono
invece in aumento i ricoveri: 563 i pazienti in terapia
intensiva, 4 in piu’ rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti
ordinari sono 4.200, in aumento di 87 rispetto a ieri. Secondo
gli ultimi dati Agenas, in particolare, la percentuale di posti
Covid in intensiva cresce nelle Marche (12%) e Pa di Trento (al
4%), mentre resta stabile al 12% in Sardegna e in Sicilia, cioe’
oltre la soglia del 10%,che costituisce uno dei parametri che
determinano il passaggio delle regioni in Zona Gialla. Una
situazione in cui la terza dose, avvertono gli infettivologi, si
rende appunto necessaria prioritariamente per i piu’ fragili. Ma
se gli esperti sono concordi sulla sua utilita’ per le categorie
piu’ a rischio, restano invece divisi sull’opportunita’ di
estendere il ‘booster’ a tutta la popolazione. “Sono favorevole
alla terza dose partendo con gli immunodepressi e poi, a
distanza di 9-12 mesi dal termine del ciclo vaccinale con due
dosi, anche per il resto della popolazione”, afferma Massimo
Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico di Tor
Vergata, sottolineando la necessita’ di estendere il richiamo in
un secondo momento anche a tutti i sanitari. “Sono comunque
dell’idea – precisa – che vada fatta a tutti. La terza dose e’
infatti necessaria perche’ il livello degli anticorpi al virus
SarsCov2 indotto dalla vaccinazione progressivamente si riduce.
Questo succede in tutte le vaccinazioni ma il tempo di questo
decadimento degli anticorpi e’ diverso”. Per la vaccinazione
anti-Covid, sottolinea, “stiamo vedendo che dopo 9-12 mesi, ma
secondo alcuni studi anche dopo 6 mesi, il titolo anticorpale
tende a diminuire”. Di parere diverso sull’estensione del
booster e’ invece Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive
all’Universita’ di Milano: “La terza dose – afferma – va fatta
ove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono
invece meno propenso per una terza dose a tutti, perche’ sono
necessarie basi scientifiche piu’ approfondite”. Infatti,
sottolinea, “la mia netta impressione e’ che ci siano persone che
rimangono protette per mesi e altre che rispondono poco o nulla
al vaccino. Quindi, chi non risponde potrebbe non rispondere
neanche alla terza dose”. In ogni caso, anche per gli
immunodepressi, conclude, sarebbe opportuna la terza dose “sulla
base di una valutazione della risposta anticorpale individuale,
attraverso un test sierologico”.