Tre categorie prioritarie per cominciare, poi tutti gli altri, ma con tempi e modi ancora
tutti da definire. La terza dose di vaccino anti-Covid – per
stabilizzare la protezione immunitaria – si fara’ , e gia’ da fine
settembre. Primi in lista saranno i soggetti immunodepressi, gli
anziani ed i sanitari. Successivamente tocchera’ agli altri
cittadini, ma sulla necessita’ di un richiamo generalizzato gli
esperti, al momento, hanno opinioni differenti.
Dopo l’annuncio da parte del premier Draghi e del ministro
della Salute Roberto Speranza, che hanno sancito il via libera
alla terza immunizzazione sulla base dei dati scientifici che
evidenziano un calo della protezione immunitaria a distanza di
alcuni mesi soprattutto per alcune categorie, ad illustrare piu’
nel dettaglio il piano che verra’ adottato e’ stato oggi il
commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. “Si
partira’ con la terza dose a settembre per gli immunocompromessi,
una platea di tre milioni di persone, poi – ha detto – a
seguire, si andra’ sugli anziani e sui sanitari e poi vedremo”.
La scelta su chi rivaccinare prima si basa sulla valutazione che
in alcune categorie vi e’ una riduzione piu’ anticipata
dell’immunita’ offerta dai vaccini e quelle categorie verranno
richiamate per una terza dose prioritariamente, come spiega il
sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Per il resto della
popolazione, precisa, “l’evidenza e’ che l’immunita’ si avvicini
ad un anno”.
Sul fatto che la terza dose sia piu’ urgente per soggetti
immunodepressi e malati oncologici non c’e’ alcun dubbio e lo
dimostrano i dati di un ultimo studio in via di pubblicazione:
“Abbiamo dati su circa 600 pazienti oncologici confrontati con
250 soggetti sani in cui e’ stato seguito e monitorato per 4 mesi
l’andamento degli anticorpi dopo la vaccinazione anti-Covid.
Questi dati – annuncia Francesco Cognetti, presidente di Foce
(Federazione Oncologi, Cardiologi e Ematologi) – dimostrano che
c’e’ una diminuzione del tasso anticorpale in particolari
pazienti oncologici con determinate caratteristiche. Lo studio
dimostra cioe’ una diminuzione piu’ precoce della immunoreattivita’
dopo il vaccino in alcune categorie di malati oncologici
rispetto ai soggetti sani”. Questi dati, rileva, “potranno
essere preziosi per la scelta dei malati da indirizzare
immediatamente alla terza dose”. Concorda poi con la necessita’
di una terza dose per il personale sanitario il presidente della
Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo
Anelli, secondo cui e’ “fondamentale procedere con la terza dose
ai sanitari, dall’Autunno, anche per prevenire reinfezioni – che
sono gia’ state segnalate in alcuni casi – e garantire una piena
efficienza della categoria”.
Dal canto loro, vari presidente di Regione – dalla Lombardia
alla Toscana, dalla Puglia al Veneto – si dicono gia’ pronti a
partire con la terza immunizzazione per fragili e anziani.
Quanto al resto della popolazione, le opinioni restano al
momento divergenti. Secondo Massimo Galli, ordinario di Malattie
Infettive all’Universita’ di Milano e infettivologo all’Ospedale
Sacco, sulla terza dose “abbiamo dati piuttosto limitati. La
necessita’ generalizzata – ha affermato – e’ francamente
discutibile, con questi vaccini”. Di parere diverso Sergio
Abrignani, immunologo all’Universita’ di Milano e membro del
Comitato tecnico scientifico (Cts): “La terza dose riguardera’
tutti gli italiani, seguendo la solita schedula: prima fragili,
operatori sanitari, anziani, e poi gli altri. Chiunque si
intenda di vaccini sapeva gia’ dall’inizio che sarebbero servite
tre dosi. II miglior modo e’ vaccinare con tre dosi perche’ in chi
ha risposto male alle prime 2 dosi aiuta a far partire la
risposta, mentre in chi ha risposto bene serve a prolungare la
memoria immunologica”. In merito, conclude Abrignani, “e’
probabile che arrivi a breve l’autorizzazione di Fda e Ema”,
aggiungendo che il richiamo verra’ effettuato con vaccini a mRna.