Come un’iniezione di novità in un mercato spaventato per il futuro, a pochi giorni di distanza,
Childish Gambino e The Weeknd hanno pubblicato i loro nuovi
lavori. Una coincidenza probabilmente – non capita spesso che
due nomi del genere pubblichino a distanza così ravvicinata –
che permette di dare uno sguardo al divenire della musica Black
contemporanea.
“After Hours”, il titolo di The Weeknd, ha già fatto
registrare oltre 2 miliardi di streaming in tutto il mondo
(diventando l’album R&B con più streaming di tutti i tempi) e ha
debuttato in vetta alle classifiche in Canada, Australia, Regno
Unito, Irlanda, Svezia, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio, Italia
(per la prima volta) e Nuova Zelanda. “Blinding Lights”, il
primo singolo, viaggia su milioni di streaming e ai vertici
dell’airplay, mentre il video di “In Your Eyes” già fa
discutere: The Weeknd ha la parte di uno stalker, nel finale la
vittima lo decapita e balla con la sua testa tra le mani. Un
album che, come vedremo, farà discutere i fan per alcune
imprevedibili quanto sorprendenti svolte stilistiche e che, come
d’altra parte ci ha abituato l’artista canadese, all’anagrafe di
Toronto Abel Makkonen Tesfaye, è caratterizzato da testi dal
contenuto “esplicito”.
The Weeknd è una giovane superstar musicale (è nato nel 1990
ma ha avuto successo già a vent’anni) che ha creato un nuovo
modo di intendere l’r&b, uno stile che lo avvicina ad artisti
come Frank Ocean o The Internet e che ha avuto un’influenza
enorme sulle nuovissime generazioni. Il mondo del gossip segue
da anni la sua tormentata relazione con Bella Hadid.
Childish Gambino, che in realtà si chiama Donald Glover (Los
Angeles, 1983) è talento puro, uno di quelli a cui riesce tutto.
E benissimo. Basti pensare che a 23 anni, quando era ancora uno
studente universitario, è stato notato da Tina Fey che l’ha
chiamato nel team di autori di “30 Rocks”, serie premiatissima.
Ha poi scritto, diretto e interpretato “Atlanta”, una serie che
gli ha fruttato due Emmy e due Golden Globe. Ha anche una
carriera come stand up comedian e ha recitato anche in “Solo: a
Star Wars Story”, spin off di Star Wars.
Il mondo della musica gli ha dato la corona di star grazie a
“This Is America”, un’irresistibile scarica hip hop, finita al
primo posto negli Usa, che è un attacco frontale all’America di
Trump, del razzismo, della lobby delle armi. “3.15.2020”, il
quarto album della sua carriera da musicista, è uscito
ufficialmente domenica ma già dalla data che gli dà il titolo
era disponibile sul sito donaldgloverpresnts.com.
Entrambi i titoli, seppur in modo diverso, si rifanno al
passato. The Weeknd ad esempio si rivolge in modo sorprendente
agli anni ’80, ma anche al vecchio modo di concepire gli Lp, in
due facciate. Qui nella prima scurisce di molto, quasi in chiave
dark, i suoi suoni e le sue melodie, nella seconda si lancia in
brani che fanno fare un salto all’indietro, fino alla
Techno-Dance targata Eighties. Si intuisce il desiderio di The
Weeknd di cercare nuove strade espressive, di superare i confini
di genere. Per questo al progetto collaborano una serie di
personalità diversissime tra loro: da figure dell’avanguardia
come Kevin Parker dei Tame Impala o Oneohtrix Point Never, il
creatore di suoni di Brooklyn che usa sinth analogici d’epoca e
non a caso ha lavorato sugli anni ’80, a Gran Mogul del pop come
Max Martin, che lavorava con i Backstreet Boys, dal suo vecchio
sodale Illangelo a Metro Boonim, l’enfant prodige della nuova
Trap americana.
Quanto a Chilidish Gambino, questa operazione è frutto anche
di un raffinato snobismo e non solo per l’idea di metterlo
online in modo casuale prima della pubblicazione. E’ un’unica
traccia, di cui solo due hanno un vero e proprio titolo:
“Algorythm” e “Time”, un duetto con Ariana Grande. Le altre sono
indicate con il time code, i minuti e i secondi trascorsi
dall’inizio del disco. Le melodie e i groove emergono da un
rumorismo elettronico e finiscono per comporre un omaggio a
Prince e al suo modo di intendere la fusione dei generi. Mr
Glover fa giustamente affidamento sul suo falsetto, agile e
naturale al tempo stesso, sulla sua non comune capacità di
essere tante cose insieme. Anche nella musica.