“Le parole possono uccidere, specie sui social”. Ne è convinta Maria Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone, la donna suicidatasi dopo la diffusione di un video hot e vittima di una vera e propria ‘gogna’ mediatica relativa a quelle immagini. In una intervista a Velvet Magazine, la Giglio annuncia un appello al Quirinale affinché le istituzioni varino norme più severe. “Bisogna essere consapevoli che le parole arrecano un tale danno alla persona al di là dello schermo, da poter portare anche a conseguenze come quelle di mia figlia. Chi fa un commento deve essere cosciente; spesso sono proprio gli adulti che vanno a sfogare le loro frustrazioni, il loro odio: i famosi haters. Voglio che le istituzioni si sensibilizzino seriamente nei confronti di questo problema, mi rivolgerò con il mio avvocato al Presidente della Repubblica; ci vogliono delle norme che vadano a responsabilizzare anche i colossi del web. Non
avere leggi per fermare un meccanismo come quello di Internet e
non avere strumenti giusti perché i social sono luoghi di
impunità… tutto questo deve finire”.
Quanto alla morte della figlia, nell’intervista Maria Teresa
Giglio ribadisce i propri dubbi sulla tesi del suicidio. “Mia
figlia si stava riprendendo con l’aiuto di persone sensibili ed
empatiche. Siamo state anche in vacanza insieme in Sardegna. Se
lei voleva suicidarsi l’avrebbe fatto prima; ad esempio aveva
ordinato un bracciale che doveva essere consegnato 15 giorni
dopo il fatto”.