Nel mirino ci sono Zerocalcare definito dal vicedirettore de La verita’ Francesco Borgonovo “un cretino perche’ ha detto che Alain De Benoist e’ un ispiratore dei neonazisti” e Michela Murgia che, secondo il
critico d’arte Luca Beatrice, “sfrutta un problema grave come la malattia per dare del fascista a chiunque la pensi in maniera diversa da lei”. Le contestazioni al ministro Eugenia Roccella rendono l’incontro ‘La destra e la cultura’ molto caldo. “Fascista e’ chi non fa parlare gli altri” afferma Beatrice che dialoga con il consulente del ministro Sangiuliano Francesco Giubilei, il presidente di Nazione Futura Ferrante De Benedicitis, Giordano Bruno Guerri e Borgonovo. “Non mi sembra normale che in una manifestazione culturale un ministro non possa parlare, anche una visione conservatrice deve
avere voce. Lo abbiamo detto anche sul caso Rovelli. Bisogna
garantire il pluralismo”, afferma Giubilei, autore del libro
“Gli intellettuali di destra e l’organizzazione della cultura”.
“Dobbiamo superare il complesso di inferiorita’ . Quando il
centrodestra vince un comune nomina nelle partecipate uno di
sinistra perche’ dice che ha maggiore esperienza. Dobbiamo avere
piu’ coraggio, fregarcene se ci attaccano”.
Borgonovo ricorda la vicenda della casa editrice Altofonte
“buttata fuori da questo Salone” e cita lo scrittore Giuseppe
Culicchia, che era stato indicato tra i candidati alla guida
della manifestazione torinese, come “un modello”. Nel mirino c’e’
anche il presidente dell’Aie Ricardo Levi, commissario del
governo per la Buchmesse di Francoforte, che, dopo la vicenda
Rovelli “e’ qui a pontificare e lo lasciano parlare”.
Beatrice si definisce “un teorico dello spoil system perche’
la sinistra lo ha sempre applicato mettendo i suoi nei punti
chiave. E’ una questione di soldi, non vogliono perdere i
privilegi”. Una battuta anche contro i giornali, in particolare
La Stampa, “ormai peggio di Lotta continua”.
Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale, che nei
giorni del Salone ha partecipato a diversi incontri su
D’Annunzio, sottolinea la necessita’ di “avere persone di
qualita’ che sappiano fare le cose per le quali sono state messe
li’ . Quando fui nominato al Vittoriale nessuno protesto’ perche’
D’Annunzio veniva considerato di destra”.