sono gravissime. Tre episodi apparentemente autonomi l’uno dall’altro, in realtà sarebbero la trama di una notte violenta nel cuore dei Quartieri Spagnoli per lo stesso movente: lo spaccio di droga.

Fascicoli di indagine divisi tra polizia e carabinieri che sono intervenuti nella notte in momenti diversi. Destinati ad essere unificati sulla base di una ricostruzione cronologica. Si comincia dopo le dieci e mezza di sera in vico Canale Taverna Penta tra i numeri civici 30 e 40. Piomba il commando in scooter, spara sei colpi di pistola contro uno dei palazzi. Arriva la polizia, lì abita una famiglia legata a un clan della galassia dei Quartieri Spagnoli. Non è una cosca potente, ma si occupa di spaccio di droga. Nella zona si sparge la voce che qualcuno è stato ferito alle gambe, ma nessuno arriva negli ospedali cittadini con quel tipo di ferite. Poco dopo l’incendio di un portone in vico lungo San Matteo. E’ della casa di una donna, nipote di uno dei boss della cosca Pesce. Che è in rapporti di competizione accesa con il gruppo che, poco prima, ha subito la stesa. Anche qui arriva la polizia.

All’una di notte un uomo – Domenico Masi, 32 anni, pregiudicato per droga – arriva alla clinica Internazionale di via Tasso accompagnato da una persona in scooter che subito si allontana. E’ ferito gravemente allo stomaco, viene trasferito al Cardarelli ed è in imminente pericolo di vita. Agli investigatori risulta che Masi conosce la donna proprietaria del portone incendiato e nipote del boss, si indaga sul coinvolgimento dell’uomo nei due episodi criminali – la stesa e l’incendio – avvenuti ai Quartieri.