Il 2020 e’ stato l’anno della legittimazione, il 2021 lo potrebbe collocare fra le leggende a
cinque cerchi. “Sportivamente, nonostante tutto, quello passato
e’ stato un anno per me divertente; quello che sta per arrivare
sara’ intenso”. Filippo Ganna, con i passi di un vero gigante –
lo e’ , del resto, dall’alto dei suoi 195 centimetri d’altezza –
ha seguito un’evoluzione tecnica che nemmeno la pandemia e’
riuscita a rallentare. Come un rullo-compressore, dalla pista
alla strada ha indossato i colori dell’iride, volando ad
altissima velocita’ e diventando il primo italiano nella storia
del ciclismo a conquistare il titolo mondiale in una crono
individuale da quando – era il 1994 – la prova venne inserita
nel programma dall’Uci. Prima di lui, proprio nel 1994, a
Catania, solo il secondo posto di Chiurato. Ganna a Imola e’
salito sul tetto del mondo, mettendosi alle spalle rivali come
Rohan Dennis o Victor Campenaerts.
‘Pippo’ Ganna al Giro d’Italia posticipato per pandemia ha
confermato che il titolo iridato non era arrivato per caso,
trionfando nelle tre crono del programma, ma non solo:
aggiudicandosi anche la tappa in linea conclusa sulla Sila.
‘Top-Ganna’ e’ stato sontuoso nel 2020, facendo presagire un 2021
altrettanto esaltante. “Come definisco l’anno che sta per
chiudersi – dice all’ANSA, di ritorno da un periodo di
preparazione alle Canarie -? Divertente dal punto di vista
sportivo, ma non parliamo della pandemia. Come mi aspetto il
2021? Pieno, intenso. Se il programma verra’ rispettato saranno
tanti i giorni di corsa. Mi manchera’ la famiglia, la ragazza,
quando arriveremo all’ultimo giorno potremo dire: finalmente
vacanza”.
Ganna e’ felice, ma non vuole fermarsi proprio adesso, a 24
anni e con un futuro ancora da scrivere. Lo accostano a Fausto
Coppi e Francesco Moser che fecero grandi cose in pista e su
strada; ‘Pippo’, pero’ , non si lascia sedurre dai facili
trionfalismi. “Si, sono felice – ammette, con il suo vocione -.
Ogni anno non e’ uguale, cerchero’ di vincere come ho fatto nel
2020 e, se anche non dovesse andar bene, sarei pronto ad
accettare le critiche. Nessun problema. Pista? Strada? Io ho
cominciato a correre su strada, voglio continuare. Su pista ho
anticipato i tempi, ma i risultati su strada non mi sorprendono,
perche’ ci ho sempre gareggiato”.
Il record dell’ora puo’ aspettare, l’Olimpiade a Tokyo no.
“Intanto speriamo che ci siano – dice Ganna -. Quando avremo la
certezza che si gareggera’ ai Giochi, vedremo il da farsi. In
questo momento penso a prepararmi al meglio: stiamo progettando
con il team gli appuntamenti stagionali, penso che ci muoveremo
in funzione dei Mondiali”.
Ganna e’ l’unico volto nuovo e affidabile del ciclismo
italiano, alle sue spalle il vuoto. “In Italia non ci sono
squadre World Tour – fa notare il ragazzo di Verbania, che corre
con il colosso Ineos -: non voglio entrare nei budget degli
altri, ma all’estero ci sono team con maggiori disponibilita’
economiche”.
La nuova classe dirigente del ciclismo, chiamata a gestire il
movimento dopo le elezioni di febbraio 2021 per il rinnovo delle
cariche federali, dovra’ rigenerare il movimento. In che modo?
Ganna dice: “Renato Di Rocco ha dato tanto alla Fci e alla
crescita del ciclismo italiano, come confermano le medaglie
portate a casa. E’ stato un grande presidente. Vediamo cosa fara’
il suo successore. Se dovessi dargli un consiglio? Io penso a
pedalare, loro devono decidere come farci arrivare agli
appuntamenti. Finora ci siamo arrivati alla grande. Di cosa ha
bisogno il ciclismo italiano? Ho cercato di fare il mio,
ottenendo – grazie ai risultati – un riavvicinamento degli
sportivi a questa disciplina. Penso sia necessario che qualche
giovane venga su bene, i risultati arriveranno”.