Tra sogno, speranza e prudenza. Cosi’ il Napoli prepara l’appuntamento clou della stagione,
l’ottavo di finale di sabato a Barcellona che puo’ dare la prima
storica qualificazione ai quarti di finale di Champions League.
Un traguardo durissimo dopo l’1-1 al San Paolo, come emerge
dalle parole di Cristiano Giuntoli: “Sognare non e’ vietato,
cercheremo di fare il massimo, bella figura, e poi con un
pizzico di fortuna cercheremo di passare il turno”, ha detto il
ds tra gusto della sfida e consapevolezza.
La speranza e’ quella di fare un gol a Barcellona, sfruttando
il Camp Nou vuoto. “Tutta l’Italia tifa per te”, ha detto oggi
Totti all’ex compagno azzurro Gattuso, salutato in una visita a
sorpresa a Castelvolturno. L’ultima gara in casa i blaugrana
l’hanno persa contro l’Osasuna, consegnando il titolo della Liga
al Real Madrid. “Siamo una squadra debole, se giochiamo cosi’ con
il Napoli perdiamo”, lancio’ l’allarme Leo Messi dopo quella gara
e il Napoli ci provera’ maledettamente in un clima surreale, in
una Catalogna che ieri in 24 ore ha registrato 622 positivi e 30
morti, mentre la Campania oggi ha 2 positivi. Il Napoli ha
chiesto all’Uefa di giocare a Lisbona, sede della fase finale
della Champions, ma la risposta e’ stata no e ha fatto infuriare
De Laurentiis. Ma il Napoli si adeguera’ . Il gruppo partira’
venerdi’ dopo una rifinitura a Castel Volturno o al San Paolo e
arrivera’ protetto da mascherine con un charter e un bus che li
portera’ in un albergo ben sanificato per l’occasione. Il gruppo
fara’ una passeggiata al Camp Nou e la conferenza stampa da
remoto per Gattuso e un giocatore venerdi’ intorno alle 18.30, ma
nel giorno della gara sara’ chiuso in hotel, con i pranzi Uefa
annullati e nessun contatto con l’esterno. Dopo la partita,
comunque vada, Mertens e compagni risaliranno in aereo per
tornare a Napoli. Se passasse il turno, il match dei quarti
sarebbe il 14 agosto e gli azzurri si allenerebbero a casa prima
di volare in Portogallo. Qualche timore c’e’ e non solo in casa
azzurra, da Castel Volturno c’e’ chi sussurra che perfino l’Uefa
ha deciso di non mandare il suo fotografo ufficiale a
Barcellona. Si gioca, ma la prudenza non e’ mai troppa.