È partita ieri, in Campania, la campagna vaccinale antinfluenzale del 2019-2020. Ultra 65enni e malati cronici possono richiedere gratuitamente la somministrazione presso gli studi dei medici di famiglia. La profilassi si concluderà a fine gennaio, posticipando così di 30 giorni la tradizionale chiusura di fine dicembre. Per ottenere la massima efficacia bisogna tuttavia partire subito prima che i casi si diffondano. L’obiettivo è anche centrare la soglia minima di popolazione anziana vaccinata che il ministero della Salute ha quest’anno innalzato al 75% (era il 60% lo nel 2018). Soglia richiesta a tutte le Regioni ai fini dell’assegnazione da 6 a 9 punti sulla pagella dei Lea (livelli essenziali di assistenza). L’analisi epidemiológica dello scorso anno rivela che in Campania si sono verifican 15 casi gravi e 5 decessi, con un’incidenza più bassa rispetto ai precedenti e al dato medio italiano (in Lombardia i casi sono stati 132 e 21 i decessi). Riduzione degli accessi in pronto soccorso tra gli anziani, calo della mortalità di malati cronici e fragili di tutte le età, abbattimento dei ricoveri per complicanze e riduzione dell’utilizzo improprio degli antibiotici (inutili nelle sindromi influenzali virali) i principali obiettivi di salute pubblica perseguiti. La Campania affila le armi anche contro lo pneumococco. Se per l’influenza si parte dalla consapevolezza di aver raggiunto lo scorso anno ottimi risultati per lo pneumococco il ritardo, rispetto agli obiettivi dei Lea è netto. Solo il 5-10% dei nati nel 1954 (che rompono 65 anni) sono vaccinati. Pertanto i medici quest’anno hanno ritirato insieme all’antinfluenzale anche alcune dosi di vaccino 23-valente contro le pneumococco. Questa vaccinazione pur inserita tra le obbligatorie dell’infanzia fa registrare buchi preoccupanti nella popolazione adulta e picchi epidemici proprio nella popolazione anziana più esposta. «D bacillo – dice Pina Tommasielli della struttura commissariale per la medicina di famiglia – pur non essendo contagioso è annidato in maniera silente lungo le vie aeree superiori di adulti e bambini e quando le difese immunitarie si abbassano da opportunista può farsi strada provocando gravi infezioni ai polmoni e alle meningi. Tant’è che la maggior parte dei malati che affollano i pronto soccorso ogni anno con tipiche polmoniti lobari sono attaccati dallo pneumococco». La campagna si conclude a gennaio del 2020 ma i medici di base consigliano di effettuare prima la profilassi Per rendere strette e collegabili le maglie delle piattaforme informatiche e il monitoraggio continuo di tutte le attività vaccinali la Regione ha allestito la nuova piattaforma regionale. (Anagrafe vaccinale regionale) che dialoga con tutte le Aziende sanitarie e con i singoli medici ma anche con l’Anagrafe vaccinale nazionale Ciò consente una costante verifica del rifornimento di vaccini e un recupero progressivo della evasione vaccinale scolastica mentre cresce la rete interregionale. Nei giorni scorsi a Napoli si sono incontrati i medici di famiglia di tutti il Sud compresa la Sicilia. Tra i relatori Maria Triassi ordinario di igiene e medicina preventiva della Federico II che guida l’osservatorio regionale sui vaccini: «La Campania – avverte Triassi – ha fatto notevoli passi avanti ma deve ancora perfezionare i meccanismi di reclutamento e di richiami della popolazione non vaccinata. Una riorganizzazione che sta andando avanti anche sul fronte delle vaccinazioni obbligatorie e si giova dell’anagrafe vaccinale ormai completata