Dal nome della kermesse scompare la parola Italia, sostituita da quella Campania, per esaltarne il ruolo sul territorio Anteprima con Muti, inaugurazione con De Crescenzo e De Capitani, poi De Simone, Sastri, Moscato, Barra, Baliani e Bor II «Teatro festival» sfida la pandemia Luciano Giannini ð una sala del Museo di Capodimonte, il direttore Ruggero Cappuccio spiega perché Napoli ha bisogno del teatro più che altre città. Non a caso è lei, affetta da «isteria créatrice», a ospitare il più importante festival italiano, e sui suoi palcoscenici accoglie le altre arti , aprendosi a una visione unitaria della bellezza come nutrimento dell’anima. Qui , insomma , il teatro è più forte della pandemia (sispera). Ieri Cappuccio ha presentato la quattordicesima edizione del «Napoli teatro festival Italia», che da oggi si chiama «Campania teatro festival » , «perché il nome si adatta meglio alla funzione sociale e culturale della rassegna», da anni diffusa sul territorio regionale. Al fianco del direttore erano Alessandro Barbano, presidente della Fondazione regionale che gestisce la rassegna (in cali Rosanna Romano, in rappresentanza della Regione), e Sylvain Bellenger, che di Capodimonte è il direttore. Il bosco della reggia, infatti, sarà il cuore pulsante della rassegna, con otto palcoscenici. II resto Io dicono le cifre e i nomi; 15 9 eventi per un m ese di programm azione (12 giugno-Il luglio), tutti all’aperto (ci sarà anche «Pompeii theatrum mundi», organizzato con il Teatro Nazionale di Napoli); IO sezioni, 70 debutti assoluti e tré nazionali; un’anteprima prestigiosa, stavolta al chiuso e quindi in streaming , il concerto di Riccardo Muti, dopodomani al Mercadante, con la sua Orchestra giovanile Cherubini (sinfonia spagnola di Mercadante per «I due Figaro» e La Grande di Schubert); l’apertura il 12 giugno, con il concerto del neo-settantenne Edoardo De Crescenzo, per la prima volta alle prese con il repertorio napoletano classico; la sezione prosa, invece, esordirà nello stesso giorno con Elio De Capitani e il suo Elfo Puccini con « La morte e la fanciulla», di Ariel Dorfman, sui desaparecidos… e sulle note di Schubert. Previste per settembre le sezioni della danza e intemazionale, con la regista argentina Marina Otero, il coreografo Dimitris Papaioannou e il regista svizzero CristophMarthaler, Cappuccio e Barbano: «Daremo più spazio agli artisti di casa nostra , in difficoltà per il Covid. Saranno oltre 1500 quelli coinvolti . E diamo meritoal loro coraggio.Non sapendo quando riapriranno i teatri , allestiranno testi il cui destino è ignoto. Organizzare un festival come questo oggi è un prodigio.