La battaglia di Sofia Goggia contro il tempo e la sfortuna e’ gia’ cominciata e per vincerla,
oltre a impegno, sofferenza e volonta’ , servira’ un mezzo
miracolo. L’ infortunio al ginocchio sinistro riportato nel
SuperG di ieri a Cortina giustificherebbe un lento e calibrato
recupero ma Pechino chiama e l’azzurra fara’ di tutto per
bruciare le tappe e poter difendere cosi’ l’oro in libera vinto a
Pyeongchang. Il suo primo messaggio social sembra far trasparire
sentimenti a meta’ tra il fatalismo e la fede: “Se questo e’ il
piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le
braccia, accoglierlo e accettarlo”, scrive con l’emoticon di un
cuore rotto. Emozione contraddetta peraltro dalla tenacia con
cui la campionessa olimpica ha gia’ cominciato la riabilitazione,
tra crioterapia e piscina, per sfruttare ogni secondi
disponibile ed essere al via della discesa il 15 febbraio. La
tabella di recupero e’ gia’ fissata, ed e’ talmente fitta e intensa
da mettere a serio rischio il ruolo di portabandiera nella
cerimonia d’apertura, il 4 febbraio, per il quale e’ stata
designata dal Coni.
Goggia lavorera’ intensamente fino al 7 di quel mese, nel
giorno del gigante che e’ senza dubbio escluso dai suoi piani.
L’8 e’ prevista la partenza per Pechino, in vista delle prove
cronometrate e nella piu’ fortunata delle ipotesi del Superg
dell’11 da usare come test, in vista della discesa del 15. Anche
se la possibilita’ estrema e’ che Goggia decida proprio a ridosso
di quella gara, in caso ci sia l’ok dei medici. Insomma, e’ un
programma da verificare giorno per giorno, per eventuali ritardi
o anticipi.
Dopo una notte sicuramente non facile nella casa di Bergamo
con i suoi familiari, per la campionessa e’ dunque cominciata la
nuova e dura sfida. Per l’assistenza e gli interventi di
fisioterapia e di riabilitazione fisica, come purtroppo le e’ gia’
successo in passato, Goggia ha gia’ fatto riferimento ad alcuni
centri specializzati ed e’ in uno di questi, a Mantova, che e’
partita la sua sfida. Il tempo e’ il grande nemico, perche’ prima
della gara del 15 febbraio ci sara’ da fare, nei giorni
precedenti, almeno una prova cronometrata.
Ci sara’ il ricordo amaro dei Mondiali di Cortina dello scorso
anno – un appuntamento con le medaglie mancato per una banale ma
grave caduta belle settimane precedenti – ad allungare
inevitabili ombre di preoccupazione e ansia sui momenti di pausa
dell’azzurra tra un esercizio e l’altro. Una sfida psicologica
che e’ anche piu’ difficile di quella fisica e quel cancelletto al
momento sembra lontano e inafferrabile come un sogno. Di certo,
l’azzurra avra’ dalla sua il sostegno di tutto il suo staff e
dell’intera federazione, col presidente, Fabio Roda, che ha
grande fiducia nelle sue capacita’ di ripresa. Di certo, anche
lui, come tutti i tifosi, ha il cuore un po’ spezzato come
quello che in emoticon ha postato Goggia nel suo messaggio su
Instagram. “Lei ha grande forza di testa, sara’ lei a dover
decidere cosa fare una volta avuto l’ok dei medici”, ha detto il
medico Fisi, professor Panzeri, ieri sera lasciando la clinica
dove si sono svolti gli esami.
Intanto, la coppa del mondo di sci va avanti senza di lei:
domattina a Plan de Corones gigante donne con l’Italia che si
affida cosi’ soprattutto a Marta Bassino e Federica Brignone.
Domani sera, invece , a a Schladming, in Austria, slalom
speciale uomini. gli azzurri devono far dimenticare la
grandissima occasione buttata al vento domenica nello speciale
di Kitzbuehel quando dopo al prima ma manche Alex Vinatzer era
al comando e Giuliano Razzoli quarto, ma non sono riusciti a
confermarsi nella seconda manche.