Un salto indietro nel tempo che – allo stesso tempo – e’ un passo verso il futuro, o quanto meno
nel presente della scena urban napoletana. Gigi D’Alessio, da
sempre affascinato da ogni sfumatura della musica e poco
propenso a dare definizioni e a mettere barriere, si e’ rimesso
in gioco ancora una volta. Dopo aver duettato da Liza Minnelli a
Gue’ Pequeno, e’ andato a ripescare nel suo vasto repertorio
(dall’alto dei suoi quasi 30 anni di carriera) 15 suoi successi
(la maggior parte del periodo ’93-’98, quelli che gli hanno
aperto le porte della popolarita’ ), ha tolto loro un po’ di
polvere del tempo, li ha ri-arrangiati e affidati per farne
duetti a giovani artisti napoletani come Clementino, Coco, Enzo
Dong, Franco Ricciardi, Geolier, Lda, Lele Blade, Mv Killa,
Rocco Hunt, Samurai Jay, Vale Lambo. Piu’ le partecipazioni di
J-Ax e dei Boomdabash.
Il risultato e’ Buongiorno, il disco in uscita domani (GGD
Edizioni Srl/Sony Music), che oltre alle 15 hit (tra cui Annare’ ,
Mon AMour, Como suena el corazo’ n, Chiove, Di notte) contiene
anche l’inedito Vint’anne fa. “La musica e’ incontro. Una donna
nuda che diventa romantica con l’abito da sposa, rock con il
giubbetto di pelle. E trap con i tatuaggi!”, dice D’Alessio
parlando del suo nuovo progetto, un’idea nata un anno fa, ma
messa da parte in vista di un tour mondiale che sarebbe dovuto
partire a marzo, e poi ripresa in mano durante il lockdown. “Piu’
che un album, si tratta di sedici singoli – racconta ancora il
cantautore, che ha chiamato a collaborare anche suo figlio Luca
(LDA) -. E a parte qualche riferimento alla lira, sono ancora
attuali ed e’ come se li avessi scritti ora. Le canzoni non sono
state sfregiate, non hanno perso il loro cuore, ho messo solo
una cornice piu’ moderna e tolto la patina del tempo che vi si
era posata su”. Nessuna paura di sembrare ridicolo, “io sono
stato me stesso, non poteva che essere altrimenti, e il
contrasto che ne deriva e’ forte ma piacevole”, ne’ di
confrontarsi con il passato: “Senza, non esisterebbe il
presente”.
Il progetto e’ anche una sorta di rivincita, sociale e
culturale, per Napoli e per gli artisti napoletani “troppo
spesso oggetto di pregiudizi e preconcetti. Come e’ capitato
anche a me a inizio carriera: sono partito da Napoli e poi ho
fatto il giro del mondo 15 volte. Questi ragazzi sono un po’
sottovalutati, sono guardati con spocchia, ma sono dei veri
talenti”, sottolinea e non ce ne sarebbe neanche bisogno, dato
che molti di loro frequentano gia’ i gradini piu’ alti delle
classifiche radio e di vendita. Ma la musica napoletana come e’
passata dai neomelodici all’urban? “Quando si parla di
neomelodici lo si fa in negativo, una sorta di ghettizzazione
per alcuni artisti. Sono un neomelodico o sono un cantautore
italiano nato a Napoli? Ecco, il successo della scena urban
napoletana va nella stessa direzione: rapper e trapper che sono
padroni della lingua napoletana. E’ la sonorita’ , abbinata al
suono della lingua, a farci uscire dal ghetto”. E il milanese
J-Ax, che canta su Annare’, cosa c’entra? “Volevo creare un
corto circuito nel corto circuito. Basta barriere, smettiamola
di dividere l’Italia in Nord, Centro e Sud. La musica e’ unica”.
Il confronto con le nuove generazioni ha portato D’Alessio ad
arricchire la sua conoscenza musicale, “e’ stato uno scambio
vero, pieno di energia, e ora non so cosa succedera’ quando mi
mettero’ a scrivere nuove canzoni. Da loro, i ragazzi i-Phone,
che fanno tutto con il telefono, ho imparato nuove formule”,
ammette il cantautore che per loro vuole essere uno zio
D’America che presenta loro il grande pubblico. “Non vedo l’ora
di organizzare una serata al San Paolo in cui ci saremo tutti. E
magari anche un intero tour, quando sara’ possibile farlo in
sicurezza”. Intanto, il 5 settembre saranno sul palco dell’Arena
di Verona per i Seat Music Awards.
Il progetto potrebbe prevedere un secondo capitolo (“gia’ sto
lavorando alle canzoni rimaste fuori”) e anche un capitolo
dedicato alla produzione in italiano.