“Per somministrare i vaccini anti Covid in farmacia la norma c’e’ , e noi siamo disponibili a
iniziare sin da ora. Bisogna solo definire i protocolli”. A
commentare uno dei temi che tornano alla ribalta di pari passo
alle polemiche sui rallentamenti della campagna vaccinale e’
Marco Cossolo, presidente di Federfarma, la Federazione
nazionale che rappresenta le quasi 19.000 farmacie private
presenti in Italia.
Coinvolgere i farmacisti nella somministrazione dei vaccini,
precisa Cossolo, “e’ una cosa di buon senso, perche’ ad oggi e’
stato somministrato un numero di dosi inferiore rispetto a
quelle disponibili”. E d’altronde, dopo le incertezze iniziali,
“nelle regioni in cui sono stati introdotti i test sierologici e
i tamponi rapidi in farmacia, come Emilia Romagna, Lazio o
Piemonte, il numero di quelli eseguiti e’ stato notevolissimo e
gli effetti positivi sulle code si sono visti”. Alla luce di
questo, Federfarma aveva gia’ nelle settimane passate insistito
per estendere la possibilita’ di coinvolgere le farmacie nella
campagna vaccinale. “Ora il taboo e’ caduto, si tratta di
mettersi intorno a un tavolo – sottolinea Cossolo – e definire
le modalita’ operative per farlo. C’e’ la disponibilita’ della
farmacie e in Legge di Bilancio c’e’ una norma che lo consente”.
L’emendamento approvato all’unanimita’ , prevede che i vaccini,
quello contro il Covid come quello contro l’influenza, “possano
esser somministrate in farmacia da un infermiere o un altro
operatore sanitario adeguatamente formato, ovvero anche il
farmacista stesso, sotto la supervisione di un medico, Cosi’ come
accade nella maggior parte dei paesi europei”. Federfarma
quindi, conclude Cossolo,”rinnova la propria disponibilita’ a
collaborare e a mettere a punto il piu’ rapidamente possibile i
protocolli operativi per consentire la sicurezza di chi vaccina
e di chi viene vaccinato. Vista la situazione e’ il caso di
utilizzare tutte le risorse disponibili”.