Era gay, si è ucciso perché derisolLa procura indaga per omofobia andrò avanti finché non avrò Non un biglietto per spiegare il suo gesto a chi lo amava. Orlando Merenda, appena divenuto maggiorenne, si è tolto la vita gettando nella più profonda prostrazione la madre, Anna. I suoi amici. Sul suo profilo Instagram da subito si sono susseguiti una serie di messaggi di addio da chi lo conosceva. Messaggi di affetto. Più un altro di disprezzo: «Morte ai gay». Un’offesa alla memoria di un che ha fatto storcere il naso agli inquirenti. La domanda che gli in vestigatori adesso si fanno è se possano esserci state, in passato, offese che l’abbiano spinto asuicidarsi. Nel frattempo, però, pervia di quell’insulto la Procura di Torino.ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di omofobia e bullismo. Orlando, sempre su Instagram, aveva pubblicato un post «II problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta». Un post che suggeriva come la sua omosessualità non sempre venisse accettata. E, forse, in certi casi veniva per questo denigrato. «Con il giudizio della gente io ci faccio meravigliosi coriandoli», gli aveva risposto un’amica, che evidentemente non è riuscita a rincuorarlo. Nei giorni scorsi, racconta chi lo conosce bene era apparso confuso. Stava meditando di compie re il più duro dei gesti. Secondo alcuni amici sarebbe stato offeso. Insulti che la mamma, Anna, ricollega alla morte del suo ragazzo. «Adesso ho un altro compito. Trovare i colpevoli e non mi darò pace finché non riuscirò. La mia lotta ora ha la priorità», sostiene. La donna spiega in un video: «Stiamo cercando la verità. Mio figlio non è mai stato solo. Non ho mai pensato a un gesto estremo, non di sua volontà, non era una persona che pensava di togliersi la vita anzi sapeva che arrivato a 18 anni avrebbe potuto fare le sue scelte. Oggi credo sia stato ingannato, deriso e umiliato, con un carattere così fragile. Era libero e doveva essere libero di essere e fare quel che voleva, invece temo che subisse senza parlare e raccontarci