Dopo sette anni vissuti intensamente all’estero Fabio Cannavaro torna ad essere
protagonista sulla scena del calcio italiano. Da oggi il
campione del mondo e pallone d’oro e’ il nuovo allenatore del
Benevento, chiamato sulla panchina dei sanniti dal presidente
Oreste Vigorito e dal direttore sportivo Pasquale Foggia, che lo
hanno corteggiato per poco tempo, visto che la proposta e’ stata
subito accettata. “Per me, dopo sette anni in cui ho lavorato
fuori – spiega Cannavaro, che sara’ affiancato in panchina come
vice dal fratello Paolo – era arrivato il momento di tornare a
casa. Appena mi e’ arrivata la proposta del Benevento non ci ho
pensato un attimo e ho subito deciso di accettare. Quello del
Benevento e’ un progetto in cui credo. Per un allenatore poter
lavorare con tranquillita’ e’ il massimo e per questo ho accettato
subito questa sfida: non e’ facile, in B quest’anno ci sono tante
squadre che vogliono salire, come noi. Ci prenderemo il tempo
che serve”.
Sulla panchina del Benevento di recente e’ passato un suo
compagno di avventure in Nazionale, Pippo Inzaghi che e’ stato
uno dei primi a congratularsi con il nuovo tecnico dei sanniti.
“Stamattina – racconta Cannavaro – mi ha chiamato Pippo Inzaghi
e anche tanti altri miei compagni di squadra della Nazionale.
Lui ha allenato a Benevento, mi ha fatto i complimenti per
l’incarico e mi ha parlato benissimo della citta’ e della societa’
perche’ la sua esperienza e’ stata fantastica. Spero di fare come
lui, di ottenere gli stessi risultati, anche se so che non sara’
facile. Ora bisogna lavorare: e’ l’unica cosa che so fare e che
mi piace. Spero che un giorno mi faro’ apprezzare di piu’ come
allenatore che non per quello che ho fatto da calciatore. So che
non e’ facile ma ci provero’ “.
Le esperienze da giocatore al Real Madrid e da allenatore in
Cina sono servite moltissimo ad aumentare le sue conoscenze
calcistiche. Cannavaro lo sa e lo conferma. “L’esperienza che ho
fatto all’estero – dice – mi ha sicuramente migliorato, ha
ampliato il mio bagaglio. In Italia abbiamo avuto grandissimi
allenatori in passato, la nostra scuola e’ importante ma dobbiamo
guardare anche a quello che succede altrove. Nella mia carriera
anche fuori dall’Italia ho conosciuto allenatori grandissimi con
filosofie diverse che hanno cambiato il calcio. Quando ero
giocatore ad esempio l’esperienza in Spagna mi ha insegnato
tantissimo. L’approccio alla partita era strano, diverso. Li si
usava la musica e al momento di scendere in campo eravamo piu’
concentrati. Bisogna vivere il calcio con allegria come avviene
all’estero. E’ pur sempre un gioco anche se alla fine si
trasforma in un lavoro con responsabilita’ importanti”.
“La gente – aggiunge – deve vedere che dai il massimo, che
hai voglia di vincere tutto. Quello che trasmetti in campo la
gente lo sente. Sta a noi trascinarla e farla venire allo
stadio, uno stadio semi vuoto non e’ bello da vedere e sta a noi
riportare i tifosi e farlo riempire”.
Per lui che ha vinto da capitano un titolo mondiale l’assenza
dell’Italia anche dal Qatar e’ una delusione grandissima.
“L’Italia fuori dai mondiali per due volte consecutive? Siamo
stati penalizzati – osserva – dall’arrivo di tanti stranieri,
abbiamo inseguito nomi esotici e perso la nostra identita’ e
questo e’ un vero dramma dal punto di vista sportivo. La verita’ e’
che per troppo tempo abbiamo guardato al calcio di altri Paesi
come la Spagna o l’Inghilterra. Ci siamo sentiti spagnoli,
inglesi e invece siamo italiani. Abbiamo perso identita’ ,
all’estero sono tutti sbalorditi”. “Puo’ sembrare poco importante
non giocare i campionati del mondo – conclude Cannavaro – ma non
e’ cosi’ . Noi siamo stati per quattro volte campioni del mondo ed
e’ gravissimo non andarci per due volte di fila. Io non ho la
ricetta per risolvere questo stato di crisi ma qualcosa
bisognera’ fare, bisognera’ cambiare strada perche’ quello che e’
accaduto all’Italia all’estero ha lasciato tutti sbalorditi”.