In Campania la zona arancione scade venerdì 5 marzo: potrà essere prorogata o sostituita con la zona rossa che scatterebbe il lunedì successivo. La possibilità del massimo livello di chiusure esiste, ed è confermata dal costante numero di contagi. Toccherà capire nelle prossime 72 ore come si evolveranno i dati epidemiologici e di occupazione delle strutture sanitarie Covid.

I dati sono due: il primo è che venerdì 5 marzo termineranno le due settimane di validità dell’ordinanza zona arancione per la Campania. Il secondo dato è che dal successivo lunedì 8 marzo la Campania potrebbe trovarsi in zona rossa. La preoccupazione è fondata e trae le sue motivazioni dall’incedere del numero di contagi Covid-19 in Campania, dall’aumento dei casi di contagiati dal ceppo variante (inglese e brasiliana) del virus , dall’aumento dei focolai (ultimo in ordine di tempo è quello nel carcere di Carinola nel Casertano, che ha fatto trenta infetti e tre morti) e infine dal progressivo crescente stress del sistema sanitario con aumento dell’occupazione delle terapie intensive e subintensive e dei posti di degenza, in particolare nell’area a Sud di Napoli (Castellammare e zona Sorrentina) e nel Casertano.

Il Direttore del dipartimento malattie infettive dell’ospedale Cotugno, Rodolfo Punzi proprio ieri aveva spiegato che «la variante inglese è stimata al 40% delle nuove infezioni, ma a breve sarà maggioranza nei positivi», un dato quest’ultimo che riguarda tutto il Paese. E oggi è emersa anche di nuovo la preoccupazione per le scorte di ossigeno vendute in farmacia: per ora, spiegano da Federfarma Napoli, non ci sono problemi, ma in alcune farmacie è stata riscontrata la carenza di bombole. Saranno acquistate scorte di contenitori in più. Spiega Federfarma: «L’ossigeno, è bene ribadirlo, non manca e non mancherà mai: soltanto le bombole se non restituite o inutilmente conservate possono essere carenti».

L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), nel suo monitoraggio aggiornato al 1 marzo, mostra che la Campania è al di sotto (23%) della soglia critica del 30 percento nell’occupazione dei posti di terapia intensiva e al di sotto del 40 percento per l’area non intensiva (attualmente è 32). Non è una situazione di allarme ma che nemmeno consente tranquillità.

La scorsa settimana il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità fissava a 1,04 (0,96-1,13) l’Rt puntuale, avvisando che il trend dei focolai è in risalita e che la classificazione complessiva del rischio è sì moderata ma con «alta probabilità di progressione». Tutti elementi che fanno ritenere ragionevolmente la Campania ad alto rischio zona rossa nella prossima settimana.