Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza il numero dei guariti dal coronavirus supera
quello dei malati – 93.245 sono i dimessi e 91.528 gli
attualmente positivi – e il governo accelera ancora sulle
riaperture: “non c’e’ alcuna volonta’ di protrarre questo lockdown
residuo. Se c’e’ la possibilita’ di anticipare qualche data,
possiamo anche valutare delle aperture ulteriori”, sottolinea il
premier Giuseppe Conte nell’incontro con Rete Imprese Italia
ribadendo la posizione dell’esecutivo: se i dati lo
consentiranno, si potra’ anticipare la riapertura di bar,
ristoranti e negozi che era prevista per inizio giugno.
Ma le parole del premier non devono ingannare: fino al 18
maggio, nonostante le fughe in avanti delle Regioni – la Puglia
ha gia’ dato il via libera a tennis e golf, ad esempio – e le
pressioni delle categorie produttive, molto probabilmente non
cambiera’ nulla. Anche se il governatore della Liguria, Giovanni
Toti, ha avvertito: “sulle riaperture non possiamo aspettare
oltre. E’ opinione della maggior parte dei governatori (che
domani si riuniranno in videoconferenza – ndr) che occorra
stabilire dei piani di riapertura Regione per Regione. Al
Governo chiederemo domani di modificare il Dpcm per consentire
alle singole regioni di presentare dei piani di riapertura gia’
dalla prossima settimana”.
Gli esperti tuttavia sono stati molto chiari: servono almeno
15 giorni per valutare se l’allentamento delle misure deciso il
4 maggio avra’ avuto effetti negativi sulla curva dei contagi. Ed
inoltre, sia il Comitato tecnico scientifico sia la task force
di Vittorio Colao – che dovrebbe presentare un nuovo report a
Conte entro la fine della settimana – stanno ancora lavorando
per definire nel dettaglio le ‘regole’ per questi settori
considerati a rischio poiche’ prevedono un contatto fisico.
“Stiamo lavorando su bar, ristoranti e parrucchieri – conferma
il ministro delle Autonomie Francesco Boccia – ma bisogna
aspettare le linee guida dell’Inail per consentire loro di
operare in sicurezza. Dal 18 maggio molte attivita’ potranno
riaprire e le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto
delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilita'”.
E le indicazioni di Boccia, che non a caso parla di
“differenziazioni territoriali” nelle riaperture, vanno lette
tenendo sempre presente il bollettino giornaliero dei dati
fornito dalla Protezione Civile. Numeri che hanno un doppio
volto. C’e’ quello positivo con il record di attualmente positivi
in meno in un solo giorno – quasi settemila -, il calo costante
dei ricoverati nelle terapie intensive (con il Molise che e’ la
prima regione ad avere zero pazienti in questi reparti) e dei
ricoverati con sintomi, il numero dei guariti, poco piu’ di
ottomila in 24 ore, ‘falsato’ pero’ dal dato della Lombardia
(5.881 in piu’) che ha fornito, dice la Protezione Civile, un
“aggiornamento riferito anche ai giorni precedenti”. E c’e’
quello negativo, visto che l’incremento del numero delle vittime
sale costantemente da 4 giorni: 174 domenica, 195 lunedi’, 236
martedi’ e 369 mercoledi’. Sale anche il numero totale dei
contagiati: ieri erano 1.075 oggi sono 1.444. Un dato
strettamente legato a quel che accade in Lombardia, dove c’e’
oltre il 50% dei nuovi contagiati (764) e oltre il 60% dei 369
morti (sono 222).
E’ evidente dunque che non si puo’ correre troppo con
l’allentamento delle misure ed e’ evidente che certe fughe in
avanti vanno stoppate, come e’ accaduto a Ferrara dove il
prefetto ha bloccato l’ordinanza del sindaco leghista Alan
Fabbri secondo la quale da oggi avrebbero dovuto riaprire le
attivita’ di vendita al dettaglio. Nessuno stop invece, anche
perche’ alcune delle misure erano gia’ previste nel Dpcm del 4
maggio, all’ordinanza del presidente della Puglia Michele
Emiliano che da oggi fino al 17 maggio da’ il via libera a tutti
gli sport “amatoriali e individuali” all’aria aperta: golf,
atletica, corsa ciclismo, vela, pattinaggio, tennis, canoa,
canottaggio, equitazione, surf, windsurf e kitesurf,
automobilismo, motociclismo, go-kart, tiro con l’arco, tiro a
segno e simili. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano
Bonaccini ha invece aperto alla possibilita’ di andare nelle
seconde case con rientro in giornata mentre all’opposto si sta
muovendo il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che ha
deciso di ritardare la possibilita’ di usufruire del servizio di
take away nei ristoranti previsto dal Dpcm: “ripartiamo, ma con
maggiore prudenza, cautela e attenzione”.