Anticipiamo se sarà possibile la riapertura per i barbieri e parrucchieri, in vetro tra una poltrona e l’altra, camici monouso anche per i clienti di barbieri  e parrucchieri protetti con guanti, mascherine e persino con la visiera trasparente che vediamo nelle corsie di tutti gli ospedali. Pronti a sanificare gli spazi dopo ogni acconciatura, a far entrare un cliente alla volta e a cancellare la tradizione delle lunghe attese tra giornali e pettegolezzi. Nel frattempo, però, i parrucchieri italiani continuavano a lanciare l’allarme sul rischio di non riuscire a far ripartire le loro attività e di dover mandare a casa i dipendenti. L’idea del governo, almeno quando era iniziata la Fase 2, era quella di far riaprire i saloni (cosi come i centri estetici) il i giugno. E questo owiamente aveva creato ulteriore preoccupazione tra le 135 mila imprese e i 260 mila addetti. Ora c’è invece uno spiraglio: la riabilità, possiamo valutare aperture ulteriori». Parrucchieri barbieri  ed estetiste dovrebbero essere i primi, magari nelle regioni in cui l’emergenza sanitaria sembra essersi attenuata più che altrove. In attesa di capire quando potrà si potrà rimettere in moto il futuro, comunque, ci sono anche i titolari di bar e ristoranti, che negli ultimi giorni stanno provando a riorganizzare i loro locali per rispettare tutte le regole sanitarie. Sperano di avere spazi all’aperto e di poter recuperare così il rischio di dover far entrare solo pochi clienti all’interno dei locali. Il ministro delle Regioni, Vincenzo Boccia, spiega meglio il cronoprogramma che ha immaginato il governo: «Tra il 14 e il 15 maggio arriveranno le linee guida su barbieri estetisti e parrucchieri e il 18 pensiamo che potranno cominciare ad aprire. In base ai nostri dati e al nostro monitoraggio, dunque, qualcosa può riaprire prima dell’I giugno. Dal 18 maggio – ribadisce il ministro -è probabile che alcuni esercizi possano ripartire». I primi a rialzare la serranda dovrebbero essere i saloni della Sardegna, dove l’ordinanza regionale anticipa addirittura all’l 1 maggio. Ma resta da capire se il governo consentirà alla giunta regionale di portare avanti la sua linea. A quasi tré mesi dall’inizio del lockodown il 30 per cento delle imprese, secondo le associazioni di categoria, potrebbe non riuscire a ripartire.