Oggi l’agricoltura non è più considerata solo come attività volta alla produzione di alimenti o di altri beni naturali, come veniva intesa fino al secolo scorso, bensì uno stile di vita, un patto con la natura, un patrimonio ed un’identità culturale.
Sta diffondendosi, già da anni, infatti, nella percezione comune, una concezione nuova di agricoltura, più vicina al italo-1reale valore che essa svolge per la collettività. Ci si riferisce al ruolo multifunzionale che essa assolve in termini di servizi e funzioni, non sempre in passato valutati nel giusto dalle comunità che ne usufruiscono da sempre.
E’ ovvio, in ogni caso, che la funzione primaria e prevalente dell’azienda agricola è data dal ruolo insostituibile che essa ha nel produrre beni e prodotti alimentari, oggi sempre più associati a significati che riconducono a “sostenibilità ambientale”, “qualità organolettiche”, “sapori emozionali”, “filiera corta”, “vendita diretta”, tutti termini e neologismi declinati per far comprendere il valore intrinseco della qualità alimentare e della salubrità di tali produzioni ottenute con metodi ambientalmente corretti.
Ma accanto alla produzione di cibo sano e saporito, frutto di mediazione della tradizione contadina con l’innovazione italo-2sostenibile, la multifunzionalità dell’azienda agricola va intesa anche in termini di diversificazione del reddito e delle esternalità positive dei servizi resi.
Anche qui, come per le derrate agricole, la percezione sempre più avvertita dalla collettività, è quella della funzione dell’agricoltura in ambito di tutela e salvaguardia ambientale e della sua insostituibilità, pena il declino fisico del pianeta e dell’intera umanità.
Ecco allora perché è importante che i ragazzi imparino sin dall’età scolare l’importanza delle piante e della loro cura per poter respirare, mangiare, vivere. Tale funzione positiva e vitale dell’agricoltura andrebbe ancor più sottolineata nei percorsi didattici rivolti alle giovani generazioni, sin dalla prima infanzia, trasmettendo anche il valore benefico ed ottimistico dell’esercizio dell’attività agricola scelto da un giovane imprenditore.
italo-3Si scopre così che la pulizia periodica dei canali irrigui, ad esempio, non è solo un’esigenza dell’agricoltore, ma è anche uno strumento indispensabile di conservazione del territorio rurale di cui tutti fruiamo, al fine di evitare alluvioni ed esondazioni di cui sempre più spesso si sente parlare. Stesse considerazioni valgono per la manutenzione delle siepi, che consente di salvaguardare la biodiversità animale e vegetale, o la cura delle sistemazioni dei terreni scoscesi che in tal modo scongiura il pericolo di frane.
Ma multifunzionalità è associata oggi soprattutto a forme nuove di turismo e di ospitalità, come l’agriturismo e il turismo rurale, declinate nelle loro accezioni e interpretazioni più ampie (il turismo sociale ad esempio), riconducibili però tutte al significato di fruizione di luoghi e di territori rurali, italo-5della loro cultura, delle loro tradizioni e ovviamente dei cibi in essi prodotti.
E’ ormai patrimonio del linguaggio comune quello di percepire il valore assoluto del carattere anche immateriale dei prodotti gustati ed acquistati presso un’azienda agricola aperta all’accoglienza turistica. Il consumatore ormai riesce ad apprezzare il carattere emozionale trasmesso da un cibo mangiato o venduto sul posto ove esso è stato prodotto, perché quel cibo reca in sé storia, tradizione, lavoro fisico, capacità imprenditoriale, cultura.
E’ lo stile di vita che viene ad essere apprezzato, fatto di sapori e di saperi, patrimonio delle famiglie rurali. Il valore della famiglia rurale, appunto, il suo ruolo ancora straordinario nella società di oggi, va assolutamente recuperato; esso è il substrato su cui nasce e si sviluppa la coesione sociale.
italo-6La famiglia è sempre stata l’istituzione più radicata della civiltà contadina, la generazione anziana del mondo rurale ha sempre svolto un ruolo primario nel trasmettere un ricco patrimonio culturale di saggezza e di conoscenza che si è tramandata e si è conservata da una generazione all’altra.
E a tal proposito, va evidenziata anche la funzione positiva e determinante dell’agricoltura nella sua funzione sociale, quando essa si coniuga alla fornitura di servizi attinenti le persone a rischio di esclusione sociale e delle persone svantaggiate, al loro inserimento socio-lavorativo nei campi. L’agricoltura sociale è parte integrante della multifunzionalità agricola, finalizzata al benessere delle famiglie e della cittadinanza, da sviluppare sia nelle aree rurali, nelle forme di fattoria sociale, sia nei residuali spazi rurali metropolitani, laddove si italo-4traduce nelle esperienze valoriali ormai diffuse note come orti sociali.
Beni privati e beni pubblici prodotti dall’agricoltura, cibo insieme a cura del paesaggio e dell’ambiente, controllo sull’uso delle risorse naturali, attenzione alla qualità e alla salubrità degli alimenti, benessere degli animali allevati. Servizi ed esternalità positive che spesso però la comunità non riconosce fino in fondo in termini di giusta remunerazione e gratificazione, mettendo così a repentaglio la presenza stessa nei territori rurali delle aziende agricole, in relazione ai costi crescenti di tale attività, tanto che il loro numero è in continuo calo, come testimoniano i dati dell’ultimo censimento nazionale dell’agricoltura.
Occorre che tutti, ma in particolare le giovani generazioni, comprendano appieno il valore insostituibile dell’agricoltura, contribuendo ad assicurarne la vitalità e riconoscendone il ruolo di produttrice di “beni e servizi” di interesse collettivo.

A cura di Italo Santangelo