In fila alle mense anche professori che si vergognano a chiedere un pasto”. Lunedì nel palazzo arcivescovile saranno battuti i regali del Papa e di Mattarella. Il ricavato alla Casa di Tor di Marina Cappitti “In fila ci sono anche professori di scuola. Molti si vergognano e così ci chiedono un pasto in disparte, per non farsi vedere. Non è solo la quantità di poveri in coda che ci mette in allarme con questa seconda ondata, ma la qualità». A commentare le immagini della lunga fila di persone alla mensa del Cannine, raccontate da Repubblica, è il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe nel giorno dell’asta di beneficenza. Immagini vive di disperazione che irrompono con forza in mezzo alla ricchezza dei doni esposti sul tavolo dei grande Salone del Palazzo Arcivescovile, in largo Donnaregina. Dall’anello in oro, brillantini e ametista del cardinale Sepe al servizio in porcellana fine di San Pietroburgo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: regali che andranno all’asta per finanziare alcuni progetti di solidarietà. Fuori intanto la gente chiede pasti caldi e ha fame di lavoro. I nuovi poveri messi in ginocchio dalla pandemia sono giovanissimi, commercianti, professionisti. E sono sempre di più. «Purtroppo assistiamo ad una moltiplicazione dei bisognosi, a causa della crisi legata al Covid – ha detto Sepe ricordando le venti mense quotidiane per i poveri in città e le azioni messe in campo dalla Chiesa •. Ma dall’altra parte c’è anche una moltiplicazione delle opere di solidarietà e delle tante donazioni da parte dei cittadini e delle aziende». Solidarietà che non basta mai perché sono in tantissimi quelli messi in ginocchio dalla pandemia. Ho pensato se fosse il caso di tenere l’asta – ha rivelato il cardinale -, ma poi mi sono detto che se ci fossimo fermati sarebbe stato come dichiararsi vinti da questo male. Invece dobbiamo reagire e dimostrare il cuore grande dei napoletani