Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Immunoterapia oncologica e Terapie innovative del Pascale di Napoli, II medico balzato all’onore delle cronache durante la pandemia per aver sperimentato un protocollo per la somministrazione del Tocilizumab ai malati ed impegnato ora anche nella ricerca di un vaccino, ha ricevuto mercoledì sera il Premio “II Normanno” consegnato dal sindaco Enzo Napoli durante una delle serate del Festival delle Colline mediterranee organizzato da Eduardo Scotti. Prima che il virus venga sconfitto può accadere, come purtroppo è successo ad un anziano di Nocera Superiore deceduto nei giorni scorsi, che si possa contrarre il Covid una seconda volta dopo averlo sconfitto. E può accadere che si accendano dei focolai in una regione come la Campania arrivata a contagio O, come è successo nel rione Carmine: «Lo stiamo dicendo da settimane che poteva accadere una situazione del genere – dice Ascierto – C’è stato un rompete le righe ingiustificato, bisogna fare attenzione e non abbassare la guardia. Se abbiamo avuto contagio zero, non significa che tutto è passato, ce lo dimostrano i numeri di oggi, c’è addirittura qualche paziente in terapia intensiva e questa è una risposta anche a coloro che pensavano che il virus avesse meno forza. L’invito è sempre lo stesso, usare la mascherina, il distanziamento sociale, lavarsi le mani, soprattutto perché andiamo incontro a settembre all’apertura delle scuole. Dieci milioni di persone torneranno al lavoro e quindi dobbiamo essere preparati». Ascierto ha ribadito che nel 70 per cento dei casi i pazienti affetti da Covid sono asintomatici, di aver visto nelle terapie intensive anche malati tra i 55 e i 65 anni e persino giovani di 27 anni. Quanto ai focolai, ha evidenziato che «la gestione è possibile. I casi vanno isolati immediatamente e tracciati, questo consente di vivere la quotidianità». Ascierto ha parlato anche dell’importanza della prevenzione per la cura dei tumori e di come la Campania stia recuperando terreno sul fronte degli screening che rivestono un’importanza fondamentale per la prevenzione della malattia. «In Campania ci sono le cure migliori a livello intemazionale in tutti i campi – ha detto il medico – Bisogna radicare di più la cultura degli screening che invece c’è in altre regioni italiane. La prevenzione e gli screening hanno sofferto molto durante il Covid.