“I teatri d’opera non possono stare sulla luna. Hanno bisogno di dimostrare che possono farsi carico di messaggi sulle tematiche attuali” perche’ considerarli “non luoghi, realta’ chiuse sarebbe un grave pregiudizio per la loro
sopravvivenza”: Anna Maria Meo, direttore generale del teatro Regio di Parma, spiega in questo modo le scelte fatte per il festival Verdi, che si aprira’ il 26 settembre con I due Foscari, e che in programma ha anche un’opera in cantiere e un Nabucco ‘antisovranista’ con la regia di Ricci/Forte. “Il programma di quest’anno e’ articolato – spiega – con la possibilita’ di vedere come ci si puo’ approcciare all’opera con prospettive molto diverse”.
In programma, dopo l’apertura con I due foscari, c’e’ Aida con la regia di Franco Zeffirelli realizzato per il teatro-gioiello di Busseto, la cittadina natale di Verdi, un allestimento tradizionale per eccellenza. E poi Luisa Miller con la regia del russo Lev Dodin che il 28 gennaio debuttera’ nella chiesa di San Francesco, anzi nel cantiere aperto della chiesa di San Francesco. E appunto il progetto di Ricci/Forte. “Nabucco – spiega Meo – sara’ una riflessione sui popoli esclusi. E’ immaginato in un domani” non troppo lontano in cui gli ebrei siamo noi. “Seguendo questo nocivo sentiero sovranista, dove il culto dell’egemonia fine a se stessa fa da padrone – si chiedono Stefano Ricci e Gianni Forte