La vittoria a punti (valgono i piazzamenti tra i primi 8), a quota 84 davanti a Gran Bretagna (72,5) e Olanda (69) per la prima volta nella storia, 20 finalisti, il 4° posto nel medagliere con due ori e quattro argenti. È un’Italia al cubo la Nazionale che esce dall’Europeo indoor, giusto mix tra giovani (Iapichino
seconda nel lungo a 20 anni, la 4×400 donne argento con primato alla strepitosa velocità di 3’28”61 e 25,25 anni di media) e oriundi (Weir, Derkach). La compagnia dei celestini si conferma al passo di un continente che cambia (Norvegia di Ingebrigtsen e Warholm regina) e, tra tante buone notizie, il decollo di Larissa Iapichino verso le misure che si addicono al
suo talento è una delle
migliori: l’ultimo salto di una
gara condotta da veterana
(«Per la prima volta in vita
mia ho pensato solo a
saltare, è stato bellissimo»)
centra l’argento dietro la
britannica Sawyers con uno
scarto di 3 cm (6,97 contro 7
metri), misura che le vale il
nuovo record italiano al
coperto, scavalcando
mamma Fiona May (che
continua a detenere quello
all’aperto: 7,11), già
eguagliato a quota 6,91.
Bronzo, per capire il valore
della finale, è la campionessa
iridata in sala, la serba
Vuleta; quarta Mihambo,
regina di Tokyo. Papà-coach
Gianni ha la barbetta
elettrica, Larissa gli occhi che
brillano: «Mi sentivo
competitiva, sono rimasta
nella mischia, sono stata
grintosa e determinata. In
una parola: cresciuta. Ho
battuto atlete enormi, non
vedo l’ora di riprovare queste
sensazioni». Rotto il ghiaccio
con l’Europa, sotto i piedi di
Larissa si spalanca il mondo.