Tante, forse troppe le domande dei cittadini di Pianura, alle quali, pare, non ci siano risposte. Una periferia ormai abbandonata al degrado e in balia del mal tempo. Abbiamo posto alcune domande al consigliere della IX Municipalità di Napoli Giorgio Birra, ponendo i riflettori su tre dei problemi atavici del territorio: il dissesto idrogeologico, lo smaltimento illegale dei rifiuti, la tutela della salute dei cittadini.

 Inseguito alle abbondati piogge avvenute nella prima settimana di ottobre con il conseguente riversamento di fango e detriti per le strade, ci fu, precisamente in Via Dell’Avvenire, un primo immediato intervento da parte dell’amministrazione per ristabilita la viabilità interrotta dal fango e dai detriti. Quali sono stati gli interventi successivi?

“Sono stati effettuati diversi tentativi di contatto con il Comune di Napoli, purtroppo quasi tutti andati a vuoto, pare non ci sia nessuno che possa intervenire. Il comune non ha più mezzi; negli anni scorsi avevamo l’autocarro, diversi mezzi meccanici di cui ci servivamo in occasioni di emergenze. Successivamente mi sono rivolto personalmente, in qualità di vicepresidente ancora in carica, alla protezione civile regionale, la quale, però,  ha risposto sostenendo che la richiesta doveva essere fatta dal servizio di protezione civile del Comune di Napoli. In molti ci siamo attivati: il consigliere regionale Marco nonno, il direttore della municipalità, il presidente Saggiomo. È di ieri la risposta che verranno effettuati degli interventi, è stato fatto un primo sopralluogo sommario, ma siamo in attesa di sopralluogo definitivo per capire definitivamente e concretamente chi dovrà intervenire. Attualmente non sappiamo se dovrà intervenire la protezione civile regionale o sarà il Comune di Napoli a dover fare una somma urgenza e l’ASIA dovrà affidare la rimozione ad una azienda privata. Spesso si pensa che i fanghi provenienti dalla Collina dei Camaldoli siano composti unicamente da terriccio, il quale dopo la rimozione può essere gettato via semplicemente. Purtroppo, non è così semplice, i detriti infatti, potrebbero essere composti anche da sostanze inquinanti, per cui necessitano di essere analizzati prima dello smaltimento che deve avvenire in modo specifico. È un problema che ci attanaglia e che dobbiamo risolvere nell’immediato, ma dobbiamo anche prevenire per il futuro. Abbiamo contattato anche l’ufficio fognature per fare il punto della situazione, pare essere in dirittura d’arrivo la riprogettazione di queste vasche e della modalità di incanalamento. La priorità è quella di capire chi è che si deve occupare della gestione di queste vasche, finché non ci sarà un’adeguata manutenzione il problema continuerà a ripresentarsi”.

A quanto ammonta, orientativamente, la spesa annua del Comune per far fronte ai danni provocati dai nubifragi? I cittadini, i commercianti e imprenditori che subiscono periodicamente dei danni possono richiederli alla pubblica amministrazione?

“Si, i cittadini che subiscono dei danni possono chiederli al Comune. La spesa annua del Comune?  Parliamo di milioni di euro l’anno”

Ritornando a parlare delle vasche, il piano di anti-dissesto idrogeologico risale al 1998.Nel 2002 furono stanziati i fondi per la costruzione di 12 vasche, delle quali sono 8 sono state ultimate. Come mai in 20 anni non sono state completate tutte le vasche progettate?

“I lavori furono bloccati in quanto la ditta appaltatrice fallì, quando questo accade l’iter diviene davvero complicato. Il problema è sempre, secondo me, da ricercare nei meccanismi degli appalti pubblici che devono essere meglio definiti: chi vince un appalto deve portarlo a termine, non è possibile che se una ditta fallisce tutto rimane fermo. Questo è il dramma di tutta Italia, accentuato sicuramente al meridione. Sembrerebbe esserci una ripresa per la questione degli appalti pubblici che vanno snelliti, controllati sicuramente, ma snelliti. Da quando sono state messe in atto le procedure per contrastare ed evitare le infiltrazioni mafiose, lo strumento tende a bloccarsi sempre più spesso”.

Per quanto riguarda, invece, le vasche non ultimate, queste sono state trasformate in  delle vere e proprie discariche a cielo aperto in cui vengono riversati rifiuti di ogni tipo, anche rifiuti speciali che poi vengono incendiati. Cosa sta facendo la pubblica amministrazione per far fronte al problema dello smaltimento illegale dei rifiuti e a tutela della salute dei cittadini?

“Purtroppo, se non c’è un ente che si fa carico in modo ufficiale, non si possono avere dei responsabili. Pare che finalmente la risposta sia L’ABC, se così fosse dovranno essere loro a controllare le vasche tutelando, quindi, i cittadini. Io naturalmente continuo a promuovere e ad esortare tutti al senso di civico che purtroppo manca: sversare nelle vasche i rifiuti, provocando danni enormi è fuori dal comune senso di responsabilità civica. Noi siamo stati fortunati in quanto, nonostante i numerosi danni subiti non abbiamo avuto mai, fortunatamente, vittime. Quello che è successo la settimana scorsa è un’avvisaglia importante, la meteorologia è cambiata, spesso si abbattono bombe d’acqua ed io non vorrei mai che succedesse qualcosa di irreparabile. Noi abbiamo allarmato il nuovo sindaco, il quale ha posto l’attenzione su questo territorio che va attenzionato in modo particolare; questo è ciò che mi sento di chiedere al sindaco in modo personale, ma credo di parlare a nome di tutti gli eletti delle istituzioni dicendo che: questo territorio, in questo particolare e delicato  momento, ha bisogno di un’attenzione maggiore, poi si potrà ritornare nell’ordinario”.

A cura di Grazia Ritrovato