Confermate la sicurezza e l’efficacia del farmaco ‘ozanimod’ nei pazienti con forme recidivanti di
sclerosi multipla. L’utilizzo di questa molecola nelle fasi
precoci del trattamento ha infatti dimostrato un basso tasso di
recidiva: a 5 anni piu’ del 70% dei pazienti era libero da
ricaduta. Questi i risultati di uno studio di fase 3 ad interim
di Celgene, ora partner di Bristol Meyers Squibb, presentati –
assieme ad altri 5 abstract di studi sponsorizzati dall’azienda
– al 37° Congresso dell’European Committee for Treatment and
Research in Multiple Sclerosis (Ectrims), che si e’ svolto in
forma virtuale dal 13 al 15 ottobre scorsi. Nello studio la
sicurezza era coerente con i precedenti risultati e non sono
emersi nuovi segnali di sicurezza durante il periodo analizzato
con l’utilizzo a lungo termine di ozanimod. I dati di questo
studio osservazionale a lungo termine dei pazienti trattati fino
a 62,7 mesi sono coerenti con il profilo di sicurezza stabilito
di ozanimod e con il controllo prolungato dell’attivita’ della
malattia e della progressione della disabilita’ .
“L’intervento precoce ed efficace – afferma Bruce Cree,
investigatore dello studio e Professore di Neurologia Clinica
della University of California San Francisco Weill Institute
for Neurosciences – puo’ avere un impatto significativo sui
risultati fisici e cognitivi nel corso del tempo, e i bassi
tassi di recidiva sono importanti indicatori degli outcomes dei
pazienti. I dati dello studio ci forniscono una visione chiara
del profilo di efficacia e sicurezza a lungo termine di ozanimod
e confermano il suo potenziale se utilizzato nelle fasi precoci
del trattamento per i pazienti affetti da forme recidivanti di
sclerosi multipla”.