Al ‘grido d’allarme’ dei cardiologi ospedalieri, per la prospettiva che il numero delle strutture cardiologiche italiane sia presto ridotto di due terzi, ha gia’ risposto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha convocato a Roma Michele salute 2Massimo Gulizia, presidente dell’ Associazione nazionale cardiologi ospedalieri (Anmco). Lo ha reso noto Gulizia rispondendo alla domanda di una giornalista nel corso di una delle sessioni d’apertura del 46/o Congresso nazionale Anmco dal titolo significativo: “Esistera’ ancora la Cardiologia?”. La denuncia dei cardiologi ospedalieri e’ circostanziata: il regolamento approvato in Conferenza Stato-Regioni e pronto alla firma del Ministro, con la riduzione drastica di Cardiologie, Unita’ coronariche e Cardiologie interventistiche, “mette a rischio la salute cardiovascolare degli italiani”. Secondo gli esperti, gli attuali 8.534 posti letto in
cardiologia verrebbero ridotti del 43%, passando a 4.844 e delle
823 strutture di Cardiologia, 581 verrebbero cancellate,
dimensionando l’offerta in 242 strutture. Inoltre, le Unita’ di
Terapia Intensiva Coronarica (Utic) passerebbero dalle attuali
402 ad appena 242 e i Laboratori di Cardiologia Interventistica
da 249 a 121. “Cosa ancor piu’ grave – precisa Gulizia – se si
considera che le Cardiologie spariscono soprattutto dagli
ospedali con Pronto soccorso”.
Per questo, l’Associazione dei cardiologi ha messo a punto un
Libro Bianco che ha lo scopo “di verificare gli effetti degli
Standard previsti dal Regolamento sulle Reti Ospedaliere
Regionali e Nazionale, di verificarne eventuali incongruenze e
di proporre eventuali modifiche, tese a migliorare e rendere piu’
appropriata l’offerta assistenziale in ambito cardiovascolare”.
Una delle proposte cardine dei cardiologi e’ quella “di
prevedere – come ha sottolineato Gulizia – che almeno tutti gli
ospedali con Pronto soccorso abbiano competenze cardiologiche”.
Ma Il regolamento e’ gia’ approvato. Che cosa andra’ a chiedere
al ministro? “La nostra non e’ una proposta di mediazione per
ottenere qualcosa in piu’. Niente mercato della vacche. Ma
rifiutiamo i tagli lineari. Spiegheremo, regione per regione,
ospedale per ospedale, bacino d’utenza per bacino d’utenza, qual
e’ il miglior taglio da fare. Sono d’accordo sul tagliare i rami
secchi, ma non sul dare colpi d’accetta al tronco”

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