Karima El Mahroug “mi ha chiesto una buonuscita da 160mila euro, 100mila euro per lei subito e 60mila euro per la bambina, ossia 500 euro al mese per 10 anni”.
Lo ha spiegato Luca Risso, ex fidanzato di Ruby, difendendosi
con dichiarazioni spontanee nel processo milanese sul caso Ruby
ter e parlando della fine della relazione con la giovane quasi
10 anni fa.
“Quando sono tornato in Italia nel 2013 ho avuto una
discussione con lei – ha raccontato – e nel marzo del 2014 e’
venuta lei a Playa per un tentativo di riappacificarci, ma non
eravamo piu’ compatibili, pensava che avessi un’altra relazione e
ha iniziato a dare in escandescenza, a spaccare un vaso e altre
cose e i vicini hanno chiamato la polizia e io ero esausto per
queste scene”. Dunque, “le ho detto troviamo un accordo e lei mi
ha chiesto una buonuscita e un pezzo di carta firmato, che e’
quello che e’ stato trovato a Ruby”. In questa fase delle
dichiarazioni Risso si e’ commosso parlando di un “periodo
complicato” anche dal punto di vista economico per aprire le
nuove attivita’ in Messico (“ho venduto i quattro rolex che
avevo”). E ha chiesto a Ruby “la cessione delle sue quote, era
parte dell’accordo e a fine 2014 ho inaugurato il mio locale”.
Nelle dichiarazioni ha anche parlato di fatti gia’ noti come i
soldi che ha avuto da Francesco Belsito, ex tesoriere della
Lega, sempre in relazione ad investimenti in un locale ligure. E
ha sostenuto che una lettera, agli atti dell’inchiesta, rivolta
a Silvio Berlusconi “in realta’ e’ stata scritta da mio padre ed e’
frutto di una ricostruzione fantasiosa, di evidenti imprecisioni
e incongruenze”. Oggi ha testimoniato pure il socio nei locali
messicani di Risso, il quale ha detto che “tra i soci della
nostra societa’ non c’e’ Karima” e che “nel periodo dell’apertura
del ristorante e del laboratorio le nostre condizioni economiche
erano complicate”. Si torna in aula il 18 maggio per la
requisitoria (che proseguira’ il 25 maggio), poi le difese tra
fine giugno, luglio e settembre.