Dalla scoperta della palla al cesto nel 1912, con le prime partite a Napoli giocate all’istituto
Salesiani del Vomero, all’epopea della Partenope nel tempio dei
canestri: storie, leggende, ritratti. Un libro che e’ un percorso
di ricerca con 200 foto d’epoca e la prefazione di un campione
della pallacanestro italiana come Dino Meneghin. Un racconto
storico con il saluto del n° 1 del basket italiano, il
presidente della Fip Gianni Petrucci e una guida alla lettura
nelle pagine iniziali. Nel libro “Quando il basket era leggenda”
(edito da LeVarie, 160 pagine, 12,50 euro) firmato dal
giornalista Stefano Prestisimone e dal supercampione di un
tempo, Manfredo Fucile, c’e’ tutto l’amore per questo sport, per
le storie dei campioni ma anche degli uomini, per le imprese
sportive, per i racconti, le curiosita’ che s’intrecciano con le
vicende della citta’ .
Si parla del basket leggendario, quello degli albori,
dell’arrivo della pallacanestro a Napoli ad inizio ‘900 e di
come si sviluppa fino al 1978, quando la Partenope retrocede in
B e comincia un’altra epoca. Prestisimone e’ giornalista
navigato, con quasi 40 anni di esperienza e tantissimi articoli
per il Mattino dal ’97 a oggi. Manfredo Fucile e’ stato un
cannoniere della Partenope, protagonista di quelle annate
memorabili, con la conquista della Coppe delle Coppe nel 1970,
oltre che poi per 12 anni alla guida della Fip Campania.
Coordinatore editoriale e’ il giornalista Marco Lobasso in
rappresentanza de LeVarie, gia’ collega di Prestisimone. Progetto
grafico di Andrea Delehaye e collaborazione di Francesco
Ponticiello e Massimo Massaro. Un libro “che non e’ solo per
appassionati di basket ma per amanti dello sport e delle storie
umane, anche struggenti, come quella di Nando Starace, play del
basket cosiddetto minore”. “E’ un libro che racconta un’era
fondamentale, ma non e’ un manuale per specialisti della materia.
Uun libro di sport e vita” spiega Prestisimone. Dunque oltre il
racconto delle vittorie e delle sconfitte beffarde di quella
Fides memorabile, c’e’ anche spazio per i ritratti di giocatori
come Williams, gigante scolpito nel marmo, dei fratelli Errico,
di Maggetti e Gavagnin. E poi il capitolo dedicato ai coach e
agli arbitri storici.