In un mondo dove non esistono piu’ passaggi intermedi, tornano le stagioni, ma solo in passerella, da Prada, dove ad accogliere gli ospiti della sfilata c’e’ un giardino incantato sotto vetro, quello del pavimento trasparente su cui poggiano come sedute le tipiche poltrone da ufficio. Una scenografia, quella creata da Amo, che riassume senso e titolo
della collezione firmata da Miuccia Prada e Raf Simons per il prossimo inverno, dedicata a quell”human nature’ che spinge l’uomo a rimanere legato ai cicli della natura. Al centro del lavoro a quattro mani dei due creativi, c’e’ proprio “il bisogno – spiega Miuccia Prada – di essere connessi a qualcosa di cosi’ fondamentale per la nostra natura umana come
le stagioni e l’ambiente”. “Volevamo parlare – spiega – di qualcosa di rilevante, non e’ il momento per cose senza
importanza, non volevamo toccare il climate change, ma in fondo
lo abbiamo voluto fare, perche’ e’ una questione rilevante per
tutti. Quando ho visto il set ho avvertito un senso di minaccia,
qualcosa di spaventoso”. “Ci sono un sacco di risvolti politici,
ci sarebbe molto da dire ma non vogliamo entrarci, posso solo
dire – aggiunge – che l’ambiente e’ una questione rilevante”. Non
a caso, al cambiamento climatico la Fondazione Prada ha dedicato
la mostra ‘Everybody talks about the weather’, curata da Dieter
Roelstraete per la sede di Ca’ Corner Della Regina di Venezia.
Se nella mostra i grafici di metadati dedicati a decine di
piccole crisi climatiche o ecologiche, abbinati alle opere
d’arte, suggerivano l’idea del procedere lento e inesorabile
verso la fine di una certa idea di mondo naturale, la collezione
per il prossimo inverno e’ il tentativo di recuperare qualcosa
che non esiste praticamente piu’ , un mondo fatto di stagioni
climatiche, non una realta’ artificiale.
“Le stagioni sono tornate” dice Miuccia Prada, sottolineando
che “c’e’ ancora bisogno di stagioni e di realta’ “, anche perche’
l’alternarsi di autunno e inverno, primavera ed estate,
“permette all’essere umano di continuare a guardare il mondo con
occhi nuovi” e “la moda aspira allo stesso senso di
rinnovamento”.
Cosi’ i capi per lui per il prossimo inverno “riflettono il
contesto circostante – aggiunge il codirettore creativo Raf
Simons . e ne sono influenzati: l’ufficio e la natura, l’interno
e l’esterno, il cambiamento istintivo delle persone che
attraversano queste sfere opposte”.
Cosi’ gli ospiti che, accolti in un ambiente che riproduce un
ufficio, con tanto di postazioni con pc, si trovano a calpestare
una foresta incantata, dove trovano comunque il segno
dell’invasione dell’umano nella natura. E cosi’ la moda, che al
rigoroso completo di tweed con giacca boxy abbina ciabatte e
balaclava, all’abito formale con tanto di cravatta aggiunge
cinture intrecciate e grandi marsupi da lavoro, ai pantaloni
dall’aria sportiva in tessuto operato incrocia stringate
rasoterra, basse come pantofole. Natura e ufficio (artificio?)
si incontrano ancora nei sottili completi in denim portati con
la cravatta, nel doppiopetto il cui rigore viene spezzato dal
cappello da marinaio, nei twin set colorati abbinati ai
pantaloni di tweed, nei bomber e negli zaini sportivi con
bottoni dorati, per deflagrare nell’abito piu’ formale, dove
giacca e cravatta fanno il paio con cuffietta da bagno e
ciabatte di pelle intrecciate.