La cerimonia religiosa presenziata dal segretario generale episcopale Russo Caputo: «Basta egoismo, aiutiamo il prossimo». Preghiera per i 2 poliziotti uccisi in omelia per la Vergine Lavoro, fede e giovani La Supplica è speranza Giovanna Salvati Teresa Pálmese Anna ha 27 anni. Fissa il quadro delle Vergine mentre le lacrime le solcano il viso. «Avevo promesso a mio zio di venire e pregare per lui. Spero che la Madonna ascolti le mie preghiere e gli dia la forza di alzarsi da quel maledetto letto, che quando rientro a casa è tutto passato, che lui sia lì, sorridente ad aspettarmi». Piange mentre stringe con forza tra le mani il Rosario e china il capo. Sono i volti dei fedeli, sono le storie di chi prega e di chi spera. Di chi affida alla Madonna del Rosario una speranza. Sottile, appesa a quel filo che troppo spesso si spezza, e che in altre occasioni, invece, resta legato ad una fede che diventa miracolo. In piazza Bartolo Longo i volti di quegli uomini e quelle donne diventano l’unica immagine che unisce un popolo, una comunità in occasione della cerimonia di Supplica a Maria. Un rito antico, vecchio 136 anni ma capace, ogni volta di rivolgersi all’uomo di oggi con parole nuove, attuali. Perché il linguaggio della fede trova sempre il modo di arrivare al cuore. All’anima. D’altronde, quando il beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei, scrisse la preghiera della Supplica all’Augusta Regina delle Vittorie, pensò di farlo sapendo di lasciare un testamento non solo religioso, ma morale, sociale. Un faro, oggi, in un mondo in tempesta. Ieri mattina, in una piazza gremita di ventimila fedeli l’inno alla Vergine è diventato un appello nuovo. «L’opera di Bartolo Longo non può essere opera di un uomo. Qui c’è la mano di Dio e la presenza continua di Maria, spirituale, ma anche fisica». Sono le parole del vescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo che rimbombano in una piazza stracolma di fedeli, ma anche di istituzioni religiose e militari, politiche: «Nella società di oggi sembra che non ci sia più spazio per l’imperfezione – ha continuato – per chi è ammalato, sofferente, anziano, povero, solo, per chi è affaticato ed oppresso. Si va affermando quella cultura dell’indifferenza e dello scarto di cui tante volte ci ha parlato Papa Francesco. Maria Santissima ci aiuti a cambiare i nostri occhi, a dissolvere quella nebbia che non ci permette di vedere l’altro come un fratello, facendoci chiudere nei recinti angusti e senza speranza dell’egoismo». Il pensiero, durante la Supplica, è andato anche ai due poliziotti uccisi venerdì nella questura di Trieste ed ai loro familiari «perché l’amore della Vergine porti loro consolazione». Un ricordo che diventa un pugno nello stomaco. C’è chi applaude. Chi guarda al cielo e mima un saluto a quei due militari ora angeli in divisa. fede che da 136 anni si rinnova. Con la stessa forza. Con la stessa intensità, con la stessa voglia di unire storie e volti diversi. 15.000  La prima domenica di ingresso libero agli Scavi fa registrare un notevole successo. Tantissimi i turisti che hanno deciso di partecipare alla visita nel patrimonio culturale a archeologico della città. Turisti che per ore hanno atteso La fila pur di avere accesso al sito archeologico e fare ingresso agli Scavi perammirare Le bellezze storiche.