Il pesto alla genovese entra nella top ten dei prodotti alimentari italiani piu’ taroccati. Secondo
Coldiretti, il fenomeno della contraffazione imitativa induce
perdite per 100 miliardi all’anno.
“L’italian sounding – spiega l’avvocato Rita Santaniello di
Rodl & partner, colosso della consulenza legale presente in 50
paesi nel mondo tra cui l’Italia – e’ quella pratica ingannevole
che utilizza parole, immagini, combinazioni cromatiche, come il
nostro tricolore, riferimenti geografici o marchi evocativi
dell’Italia per promuovere e commercializzare prodotti che in
realta’ non sono Made in Italy”. Nella recente classifica del
‘falso made in Italy’ nell’agroalimentare redatta Coldiretti
oltre al pesto, che si posiziona al 10° posto, figurano la
mozzarella, seguita Parmigiano Reggiano e Grana Padano al
secondo posto, Provolone (3°), Pecorino Romano (4°), salame
(5°), mortadella (6°), sughi (7°), Prosecco (8°), Chianti (9°).
E infine il pesto (10°).
“Soluzioni e strumenti efficaci per proteggere e tutelare i
nostri marchi e prodotti ci sono – continua l’avvocato – ma
bisogna essere pronti e organizzati per metterli in pratica
velocemente, organizzandosi anche in consorzi e associazioni che
possano fare sentire il proprio peso con le Istituzioni e a
livello comunitario”. Oltre alle pratiche di contrasto,
specifica il legale della Rodl & partner, “esistono anche misure
preventive da applicare all’ingresso delle merci nel territorio
dell’Unione Europea. Nello specifico si tratta del progetto di
lotta alla contraffazione denominato Falstaff (Fully Automated
Logical SysTem Against Forgery Fraud), un sistema automatizzato,
informatico e telematico per prevenire le frodi nel commercio e
la contraffazione”.