Camion carichi di milioni di mascherine nelle varie regioni, per far fronte a nuove richieste
che in queste ore cominciano ad arrivare un po’ ovunque, non
solo dalla Lombardia e dalla Toscana. Ma la domanda non e’ piu’
legata soltanto all’obbligo dell’uso dei dispositivi per questo
primo periodo di emergenza: vari Comuni e Regioni pensano alle
mascherine come nuova ‘arma’ utile alla popolazione per
affrontare la ‘fase 2′. Dal Veneto ai luoghi turistici come
Capri e la Sardegna, si annunciano ordinanze sull’obbligo di
dispositivi di protezione individuale, affinche’ proteggano
contro la diffusione del Covid-19 anche nella futura fase di
ripresa delle attivita’. Ma l’Oms, nelle linee guida per i Paesi
sull’uso delle mascherine, frena: “Devono essere usate
nell’ambito di altre misure, da sole non fermano la pandemia” e
“l’uso di massa di questi dispositivi da parte delle persone puo’
aggravarne la carenza”.
Il Veneto sembra pero’ andare in senso opposto. Su
disposizione del presidente Zaia, le mascherine diventano
obbligatorie nell’ambito dei servizi legati al trasporto
pubblico locale o nei taxi. Anche il sistema della distribuzione
ha cominciato a mettersi in moto. A Firenze e in altre citta’
toscane, dopo l’annuncio nelle ultime ore del governatore Rossi
di introdurne l’obbligo in tutta la regione, e’ partita la
consegna gratuita di un milione di mascherine alla popolazione.
“Sono circa 2-3 mascherine a testa – spiega Rossi – non sono
certo sufficienti ma sono un primo segnale”. In Lombardia, la
prima a dare questo tipo di disposizione, saranno invece
disponibili gratuitamente nelle farmacie dalla meta’ di questa
settimana.
Va nella stessa direzione anche il presidente della Sardegna
Solinas che, dopo lo sbarco ad Olbia di un grosso carico di
questi dispositivi e altri in arrivo nei prossimi giorni, pensa
di imporne l’utilizzo “per accedere nelle strutture pubbliche,
come i supermarket”. Pensa di attrezzarsi con questo tipo di
provvedimenti anche Treviso, che annuncia multe da 25 a 500 euro
per chi non rispetta l’obbligo, cosi’ come altre citta’ in ordine
sparso. Secondo il presidente dell’Anci Antonio Decaro,
tuttavia, “ci sono le linee guida nazionali che non obbligano a
utilizzare la mascherina. Se nella propria autonomia una Regione
o un Comune decide di obbligare a usarla, e’ opportuno che tutti
i cittadini vengano dotati di mascherina”, anche quelli che non
se lo possono permettere o non riescono a trovarle. Frena il
presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “Noi non
firmiamo nessuna ordinanza – dice – perche’ credo che nessuna
regione riesca a garantire forniture costanti”.
Un carico di aiuti e’ giunto anche dagli Emirati Arabi,
segnalato dal ministro degli Esteri Di Maio, per il quale “e’
chiaro che quando ricominceremo a uscire avremo bisogno comunque
di cambiare le nostre abitudini. E le mascherine saranno
fondamentali”. In questo senso a chiedere garanzie sono i
sindacati, rispondendo alle richieste sempre piu’ “pressanti”
delle imprese sulla riapertura delle attivita’: “mi sembra
naturale che se i cittadini dovranno muoversi con la mascherina
non si possa pensare di non utilizzarla anche sui luoghi di
lavoro”, sostiene la Fiom Cgil di Firenze. Anche il settore del
turismo guarda gia’ oltre: “all’interno dei villaggi – spiega
Aeroviaggi, primo tour operator in Sicilia e Sardegna – nei
ristoranti il personale sara’ dotato di mascherine e guanti”.
Auspici che rischiano pero’, al momento, di dover fare i conti
con speculazioni sui prezzi e difficolta’ di approvvigionamento.
Secondo un’indagine di Altroconsumo in 8 grandi citta’, nel 43%
delle farmacie le mascherine non sono disponibili. Roma e’ quella
meno fornita. E in generale, se il prezzo medio per una
mascherina chirurgica e’ di 2 euro, c’e’ chi le vende fino al
1.200% in piu’.