Napoli si ribella al lockdowi nelle strade di Napoli. Ore di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, giornalisti aggrediti e feriti, lancio di bottiglie, pietre e bombe carte su poliziotti e carabinieri, cassonetti incendiati. Per la prima volta in Italia l’insofferenza verso i provvedimenti presi per fronteggiare la pandemia si è fatta durissima protesta di piazza. Già emerse nei giorni scorsi, ma in forma civile, le tensioni sono esplose sino a diventare guerriglia nella zona di Santa Lucia, a pochi passi dalla sede della Regione Campania, che, benché vuota (data l’ora) era diventata l’obiettivo principe dopo l’ultimo intervento televisivo del governatore Vincenzo De Luca, che ha preannunciato un blocco totale di 40 giorni. Composto da alcune centinaia di persone – in maggio ranza giovani commercianti, ristoratori e altri lavoratori del by night (ma non solo) – il corteo si era mosso dalle piazzette del centro antico, a ridosso dell’università “L’Orientale” (uno dei luoghi della movida), dietro uno striscione che recitava «La salute prima cosa ma senza soldi non si cantano messe » . I primi a finire nel mirino sono i vigili urbani, le cui auto imbottigliate nei vicoli sono state vandalizzate con la vernice spray. Le fila dei dimostranti, che alternavano appelli a uana “libertà” ad insulti rivolti ai rappresentanti del governo regionale, si sono ingrossate man mano che la protesta si è spostata verso il Lungomare, e agli operatori commerciali si sono aggiunti gruppi di violenti, alcuni di quali legati al tifo organizzato. Il clima è dunque mutato rapidamente, gli slogan si sono incattiviti e anche gli atteggiamenti. A farne le spese diversi cronisti, a cominciare dai reporter di Rai News e di Sky tg24 (il collega Paolo Flatter è stato colpito e sbattuto sul cofano di un’auto), altri sono stati allontanati. Quando i manifestanti sono arrivati vi cino alla Regione è cominciato l’assalto a polizia e carabinieri con un fitto lancio di oggetti, fumogeni e petardi (che dimostrano la premeditazione). La rabbia feroce espressa dai tanti facinorosi-peraltro, manco a dirlo, sprovvisti di mascherine – e le fiamme sprigionate dai roghi dei contenitori dell’immondizia hanno evocato scenari da anni di piombo e hanno fatto prendere posizione ad alcuni degli organizzatori, che non avevano in mente una protesta violenta. Hanno preso le dai (non pochi) teppisti, giunti anche in scooter. Ma come si può vedere anche nei video girati durante gli scontri, la dissociazione dei commercianti ha scatenato nuove, brusche diatribe. Grande professionalità e sangue freddo hanno dimostrato gli uomini in divisa, che erano ovviamente in assetto antisommossa, i quali hanno contenuto l’aggressione limitandosi a cariche di alleggerimento e al lando di lacrimogeni, evitando così che il bilancio dei danni si potesse estendere anche alle persone. Le violenze si sono fermate solo dopo la mezzanotte