“I lager per migranti? Il governo ci dica se stiamo pagando i criminali libici. Lo dichiarato oggi il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio rispondendo alle domande di Giornalettismo.com a margine di un incontro a Nola (Napoli). politica-111Vogliamo sapere – ha spiegato il probabile candidato premier M5S alle Politiche 2018 – se si stanno dando soldi degli italiani a organizzazioni criminali libiche, questo e’ il nostro principale obiettivo. Da li’ forse potremmo scoprire che stiamo pagando organizzazioni criminali libiche per contenere il fenomeno ma a danno dei diritti umani. Su questo deve chiarire il governo Gentiloni e il ministro dell’Interno Minniti, che ha avuto relazioni con i libici. Bisogna con la Libia e quelli che la rappresentano, in questo momento non e’ uno Stato stabile. Ma cosa avrebbe fatto al governo al posto di Minniti? Sul tema delle ong – ha dichiarato Di Maio – ci e’ venuto dietro il governo, sul tema del regolamento di Dublino adesso ci vengono dietro Macron e la Merkel. Quello che abbiamo detto in questi anni e’ quello che stanno facendo altri gruppi parlamentari di maggioranza. Il punto vero e’ che: o si fa tutto insieme o diventa un fenomeno difficile da gestire. Ci sono paesi in Europa che non stanno ripartendo per quote i migranti che arrivano, Paesi che continuano a utilizzare il regolamento di Dublino per lasciare a carico nostro tutti i problemi legati all’immigrazione, in Italia ci sono ancora una serie di leggi che mancano come quella per la polizia giudiziaria a bordo delle
navi che fanno operazioni di soccorso e salvataggio nel
Mediterraneo per vedere se si stanno rispettando le regole.
Altro punto – ha continuato il vicepresidente della Camera -:
e’ un anno che stiamo chiedendo una conferenza di pace sulla
Libia per stabilizzare la Libia. Il tema e’ che se vuoi
interloquire con la Libia la devi stabilizzare. Per
stabilizzarla devi mettere al tavolo tutti gli attori di quel
Paese. Non dovevamo lasciare la possibilita’ a Macron di
organizzare la conferenza in Francia. In quella regione abbiamo
una grande influenza diplomatica che viene da una storia di
relazioni. Siamo arrivati in ritardo, adesso andiamo al traino.
E non aiuta il fatto che il ministro degli Esteri sia Angelino
Alfano: quello che da ministro dell’Interno insieme ai
precedenti ministri ha provocato questo disastro adesso dovrebbe
risolverlo”, dice ancora Di Maio.