‘Pollicino’ Mertens, scugnizzo adottato, fresco del record partenopeo di 122 gol,
piu’ di Hamsik e Maradona. Il post-covid regala mercoledi’ una
finale thrilling di Coppa Italia tra i sette volte campioni di
fila contro la squadra che l’ha insidiata di piu’ negli ultimi
anni. L’Olimpico sara’ deserto ma si annuncia un pienone da
record in tv. Le due milanesi sono state amaramente spazzate
via: Pioli recrimina per il generoso rigore dell’andata, Conte
mastica amaro, rivendica una superiorita’ discutibile e comincia
a dubitare di poter alzare un trofeo, come gli e’ successo in
tutte le sue recenti stagioni di club.
Il primo trofeo (primo anche in Europa tra i campionati top)
di un faticoso ritorno alla normalita’ verra’ assegnato
all’Olimpico in una finale che ha un solo precedente: nel 2012
il Napoli di Mazzarri fa fuori l’imbattuta Juve di Conte
aggiudicandosi il titolo dopo 22 anni grazie a un rigore di
Cavani e al raddoppio di Hamsik. Un esito sorprendente che
esalta l’addio ai partenopei di Lavezzi e rende ancora piu’
amaro quello di Del Piero, che veste per l’ultima volta la
maglia bianconera dopo la passerella di una settima prima allo
Stadium. Ma lascia strascichi velenosi che poi esplodono tre
mesi dopo nella Supercoppa che si trasforma in una corrida.
Carrera sostituisce Conte, squalificato per 10 mesi per il caso
scommesse, Napoli due volte raggiunto, poi Mazzoleni espelle
Pandev, Zuniga e Mazzarri. C’e’ un rigore dubbio per la Juve che
vince 4-2 ai supplementari, ma il Napoli per protesta non si
presenta alla premiazione.
Veleni passati, specchio di una rivalita’ crescente,
alimentata anche dal passaggio di Higuain da una maglia
all’altra e, comunque, con le milanesi in crisi il Napoli si
alterna alla Roma come avversario piu’ ostico sulla strada del
settebello juventino. Nelle stagioni recenti De Laurentiis crea
pero’ una squadra forte e vincente, che negli ultimi quattro
anni arriva tre volte seconda e una volta terza, anche grazie
alla sapiente mano di Maurizio Sarri che crea una meccanismo
efficace e spettacolare.
Ancelotti non riusce a tenere saldo il timone della squadra
ed e’ sostituito dal rampante Gattuso, fortificato dalla dura
gavetta rossonera. In serie A i partenopei quest’anno hanno una
lunga, inspiegabile crisi, vista la qualita’ dell’organico, da
cui si riprendono lentamente con la gestione Gattuso. La zona
Champions sembra troppo lontana, ma il Napoli risale la china e
infligge il 26 gennaio una dura sconfitta alla Juve: Zieliski e
Insigne tracciano la strada. Il tardivo gol di Ronaldo non
influisce. Questo ko, insieme alle due sconfitte con la Lazio
mandano in difficolta’ la Juve che solo battendo l’Inter l’8
marzo ristabilisce le priorita’. Per lo scudetto c’e’ da
contenere l’arrembante Lazio nello scontro diretto, e tenere a
distanza l’Inter.
Ma intanto Sarri vuole alzare il primo trofeo, dopo il ko in
Supercoppa. Il tecnico conta molto sui veterani Buffon e
Bonucci, ma soprattutto sul super campione Cristiano Ronaldo che
intende utilizzare come attaccante centrale, in collaborazione
con Dybala. Il portoghese, che ha segnato 25 gol in stagione,
vuole alzare il suo 30/o trofeo e all’Olimpico l’esperienza
bianconera puo’ fare la differenza. Ma Gattuso puo’ contare su
giocatori motivati, in grande crescita. Le cinque sostituzioni
finora hanno inciso poco creando solo confusione, ma il clima ,
la condizione ancora approssimativa e la mancanza di pubblico
sono fattori che possono influenzare il pronostico . I gol di
Ronaldo e Mertens, le giocate sopraffine di Dybala e Insigne
sono le chiavi del match, ma Sarri sa bene che il nucleo storico
partenopeo, che ha lavorato a lungo con lui, e’ pronto
confezionargli un regalo poco gradito.