Tanto attese, sono da oggi disponibili in Italia le pillole anticovid che, distribuite
dagli ospedali su segnalazione dei medici di base o Usca,
potranno essere utilizzate come prima terapia specifica a casa.
Tra le prime pazienti segnalate, due donne che hanno ricevuto il
farmaco all’Ospedale Spallanzani di Roma: una novantunenne
cardiopatica e diabetica e una donna di 72 anni cardiopatica e
immunodepressa. Il ‘battesimo’ dell’antivirale orale
molnupiravir apre gia’ , pero’ , alcuni nodi da chiarire, a partire
dalla tipologia di tampone che i medici dovranno considerare per
attestare la positivita’ al virus.
Sono 11.899 le confezioni di molnupiravir consegnate finora
agli ospedali dalla struttura del commissario straordinario
Francesco Figliuolo che le ha acquisite dal produttore Merck. La
ripartizione regionale delle confezioni di farmaco vede al primo
posto la Lombardia, con 1.800, seguita da Lazio (1.680), Toscana
e Veneto (1.440) e Liguria (1.080). La struttura commissariale
ha avuto mandato dal ministero della Salute di acquisire un
quantitativo pari a 50.000 cicli di trattamento di farmaci
antivirali orali per ciascuna tipologia di Molnupiravir, che ha
avuto l’ok dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa, e Paxlovid,
la pillola anticovid dell’azienda Pfizer per il quale non c’e’
ancora il via libera Aifa. Molnupiravir e’ un farmaco antivirale
orale da assumere ogni 12 ore, per 5 giorni, entro 5 giorni
dalla comparsa dei sintomi. E’ indicato per il trattamento degli
adulti over-18 che non necessitano di ossigenoterapia
supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso
forme severe di Covid-19. L’azienda produttrice ha reso noto che
il farmaco ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte del
30%. Molnupiravir, sottolinea Claudio Cricelli, presidente della
Societa’ Italiana di Medicina Generale (Simg), “e’ consegnato agli
ospedali, anche i Pronto soccorso. Appena viene individuato un
paziente positivo e con le caratteristiche indicate viene subito
segnalato dal medico di base all’ospedale di riferimento che, a
questo punto, decide, a seconda delle caratteristiche del
paziente, se prescrivere la somministrazione della pillola”. La
segnalazione del paziente puo’ essere fatta anche dal medico del
118, se e’ interpellato, o dalle Unita’ Usca. Il cittadino, “non
deve dunque contattare autonomamente l’ospedale”. Una prima
criticita’ e’ pero’ segnalata dal segretario della Federazione
italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro
Scotti. Per la segnalazione agli ospedali, afferma, “al momento
non abbiamo dalla Regioni indicazioni su quale sia il tampone di
riferimento da considerare per attestare la positivita’ del
paziente, se il rapido o il molecolare, ma ritengo che sarebbe
opportuno che la positivita’ venisse attestata solo sulla base di
un tampone molecolare, per evitare il rischio di somministrare
questo farmaco a pazienti che potrebbero risultare falsi
positivi”. Un altro problema e’ inoltre rappresentato dai tempi:
“la pillola antivirale va somministrata entro 5 giorni dalla
comparsa dei sintomi, ma attualmente stiamo registrando ritardi
di vari giorni per la consegna dei risultati dei tamponi
molecolari, data la grande richiesta. In questo contesto sarebbe
impossibile garantire entro 5 giorni la segnalazione
all’ospedale”. Inoltre, il meccanismo di distribuzione attuale
“e’ complesso e si richiede al paziente di recarsi in ospedale
per avere il farmaco, cio’ non sempre e’ agevole. Auspico dunque
che questa sia solo una fase iniziale della distribuzione e che
successivamente questa possa essere semplificata – precisa
Scotti – con la distribuzione anche nelle farmacie su
prescrizione medica”. Dal canto loro, le farmacie si dicono
pronte a distribuire il molnupiravir. Non sempre, rileva Roberto
Tobia, segretario nazionale di Federfarma, “il cittadino vive
vicino ad un ospedale e ci sono casi in cui i pazienti devono
fare anche 100 chilometri per arrivare alla farmacia ospedaliera
piu’ vicina. Poter trovare il farmaco nella farmacia sotto casa
faciliterebbe molto”. Ad oggi, “non c’e’ un accordo in tal senso
ma e’ una richiesta che – conclude – porteremo avanti nel
prossimo futuro”.