Voce calda e inconfondibile. Volto che racconta appena con uno sguardo. Anima tutta, decisamente, latina e partenopea. Sara’ Lina Sastri, ”La lupa” – come recita il titolo di un suo celebre spettacolo – la regina dell’edizione 2019 de Le Maschere del teatro italiano, l’Oscar del palcoscenico che torna ”in scena” giovedi’ 5 settembre al Mercadante di Napoli e in onda in diretta differita alle 23 su Rai1, con la sua finale condotta ancora da Tullio Solenghi quest’anno fortemente dedicata alle donne. Promossi per il quinto anno dal Teatro Stabile di Napoli/Teatro
Nazionale con il patrocino dell’Agis e ideati nel 2002 dal critico teatrale Maurizio Giammusso e dal regista Luca De Fusco, ogni anno i premi celebrano il meglio della stagione appena conclusa. In palcoscenico, tutti i candidati nelle terne delle 13 categorie in gara, indicate a giugno da una prima giuria di esperti presieduta da Gianni Letta e poi votate per tutta l’estate via posta da oltre 800 tra artisti e professionisti. Quest’anno a Lina Sastri, attrice ma anche regista, cantante, autrice, fino a ottobre in tourne’e con il suo Pensieri all’improvviso, va proprio l’ambito Premio del presidente,
omaggio alla carriera che e’ stata e, soprattutto, a quella che
sara’. Ospite d’onore sara’ poi l’attrice Elisabetta Pozzi, mentre
uno speciale ritratto ricordera’ tre grandi Signore della scena
che ci hanno lasciato di recente, come Valentina Cortese, Ilaria
Occhini e Anna Marchesini. Al regista Marco Sciaccaluga il
Premio alla memoria Graziella Lonardi Buontempo.
Ma a tener banco sara’ la corsa ai premi maggiori con tre titoli,
per nulla scontati, a contendersi La Maschere per il Miglior
spettacolo come La gioia di Pippo Delbono, lo Shakespeare in
sardo del Macbettu di Alessandro Serra e When the rain stops
falling di Lisa Ferlazzo Natoli, che festeggia la doppietta
anche nella terna per la Regia ”contro” il Pirandello di
Filippo Dini per Cosi’ e’ (se vi pare) e uno spettacolo nato tra
le file dell’avanguardia e diventato presto cult come Cous cous
klan di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro
Tedeschi.
Per gli amanti di numeri e record, quest’anno nessuna incetta di
nominations se non per Luigi Pirandello che colleziona sei
candidature e quattro spettacoli finalisti. In gara tra gli
attori protagonisti sono poi Alex Cendron per Il Vangelo secondo
Lorenzo di Leo Muscato che sfida Antonio Salines per Aspettando
Godot di Maurizio Scaparro e Francesco Di Leva per 12 baci sulla
bocca di Giuseppe Miale Di Mauro; mentre Maria Paiato per Un
nemico del popolo di Massimo Popolizio concorre insieme a Laura
Marinoni per John Gabriel Borkman, con la regia di Marco
Sciaccaluga, e Imma Villa per Regina madre di Carlo Cerciello. E
ancora tra i non protagonisti sono in gara Vincenzo Pirrotta (La
tempesta regia di Roberto Ando’), Alfonso Postiglione (Assunta
Spina regia di Pino Carbone) ed Ernesto Lama (Fronte del porto
regia di Alessandro Gassman); e Beatrice Schiros (Cous cous
klan), Chiara Baffi (Ferdinando regia di Nadia Baldi), Orietta
Notari (Cosi’ e’ se vi pare). In terna per gli Attori emergenti,
Luigi Tabita (La rondine regia di Francesco Randazzo)
Francesco Roccasecca (Ferdinando), Camilla Semino (When the rain
stops falling) e per Migliore interprete di monologoDavide Enia
(L’abisso), Marina Confalone (Una relazione per un’accademia),
Elena Arvigo (4:48 psychosis).
Per le altre categorie, nomination a Migliore scenografo per
Marta Crisolini Malatesta (Salome’ regia di Luca De Fusco), Luigi
Ferrigno (Assunta Spina) e Alessandro Serra (Macbettu). Miglior
costumista: Andrea Viotti (I giganti della montagna regia di
Gabriele Lavia), Marta Crisolini Malatesta (Salome’) e Gianluca
Falaschi (La scuola delle mogli regia di Arturo Cirillo).
Migliori musiche: Ran Bagno (Salome’), Marlene Kuntz (Il castello
di Vogelod regia di Fabrizio Arcuri), Antonio Di Pofi (I giganti
della montagna). Autore di novita’ italiana: Roberto Alajmo (Chi
vive giace), Francesco Brandi (Per strada) e Gabriele Di Luca
(Cous cous klan). Migliori luci: Gigi Saccomandi (Salome’),
Pasquale Mari (Cosi’ e’ se vi pare) e Orlando Bolognesi (La
gioia).