Il modo di dire “parla come mangi” dice letteralmente la verità: infatti alcuni suoni del linguaggio umano, come ‘f’ e ‘v’, sono stati modellati dalle abitudini alimentari, che a loro volta hanno portato a cambiamenti nella struttura di denti e mandibola per adattarsi a cibi più morbidi. Lo ha scoperto uno studio pubblicato sulla rivista Science e guidato dall’Università di Zurigo, che afferma come i cambiamenti culturali nell’alimentazione abbiano influenzato il modo in cui comunichiamo in modo molto più esteso di quanto si pensi. I ricercatori guidati da Damian Blasi si sono cimentati in un’approfondita analisi interdisciplinare, per verificare quanto siano stati fondamentali i cambiamenti nella dieta che si sono verificati durante la storia di Homo sapiens, in particolare quelli dovuti all’abbandono di caccia e raccolta. Grazie anche a dettagliate simulazioni di diverse strutture mandibolari nell’essere umano, hanno dimostrato che la classe di suoni chiamati “labiodentali” come ‘f’ e ‘v’, prodotti cioè quando il labbro inferiore tocca i denti dell’arcata superiore, hanno uno sviluppo più recente rispetto ad altri. Secondo gli autori dello studio, la nascita dei suoni labiodentali si deve a un cambiamento nella struttura di mascella e mandibola, che ha portato l’arcata dentale superiore ad essere leggermente più sporgente rispetto a quella inferiore: lo spostamento è correlato allo sviluppo dell’agricoltura e alla diffusione di nuove tecniche di lavorazione del cibo, come la macinatura, che hanno prodotto cibi molto più morbidi da masticare.