” Abbiamo scelto di fare di questa giornata, un significativo incontro di politica delle donne, ispirata al paradigma della cura, di cui esistono in Italia riflessione e proposte – su cui occorrerà ragionare, pensiamo, anche come coordinamento nazionale – e su cui ha scritto di recente un bel libro anche Naomi Klein, spiegando perché l’unica rivoluzione oggi possibile passi attraverso l’assunzione di quell’insieme di responsabilità che la cura produce.
Non sarà quindi l’ennesimo convegno sulle città, né una mostra di buone pratiche, ma la messa a punto di un’idea politica, di una concezione diversa della politica da sperimentare concretamente nei luoghi in cui emblematicamente si possono verificare, misurati sulla vita delle persone, i frutti amari che la rivoluzione neoliberale ha prodotto e che la deflagrazione della politica democratica e di sinistra ha permesso si moltiplicassero, arrivando al dissolvimento di tutto quello che nella modernità ha tenuto insieme il rapporto tra la società e le istituzioni democratiche, tra la rappresentanza e la rappresentazione.
Il conflitto sociale trova oggi la sua massima espressione nelle aree metropolitane, e sono i Comuni ad essere i primi destinatari delle politiche neoliberiste europee e nazionali con i tagli economici e le assurde regole sulla stabilità dei bilanci.
La partita che si gioca nelle Città diviene quindi determinante, dentro di esse è possibile costituire una rete di spazi politici che può mettere in crisi l’ordine attuale e ridare forza alla Costituzione repubblicana, attraverso pratiche di “disobbedienza attiva”.
Dentro le lotte ambientali, quelle contro la smobilitazione della Sanità, contro la “buona scuola “, per il reddito, per la qualità del lavoro, le donne stanno avendo un ruolo centrale e determinante, perché hanno la consapevolezza che costruire una città giusta e accogliente per loro è impossibile senza mettere radicalmente in discussione l’attuale sistema.
La “Città delle donne” avrà al centro questa discussione, e ascolteremo tante donne che nelle città italiane sono impegnate o in esperienze e pratiche politiche e di lotta, o in esperienze amministrative, tutte inquadrabili all’interno del conflitto sociale in atto.
La scelta di Napoli del resto non è casuale perché oggi Napoli rappresenta nel nostro paese il maggior punto di resistenza alle politiche autoritarie e ingiuste del Governo e nel contempo un esempio concreto di costruzione dell’ alternativa, che inizia dal territorio con il coinvolgimento di movimenti e di energie civiche.
La giornata avrà un carattere molto poco rituale: una performance più innovativa e informale, scegliendo la formula di interventi numerosi ma brevi, tipo flash, che racconteranno le città e le esperienze significative delle donne dentro di esse, una realtà che sappiamo ricca, vivace e in movimento.
Abbiamo scelto come location la Biblioteca Monumentale del Liceo Eleonora Pimentel Fonseca, la scelta ha un significato fortemente simbolico è importante per noi collocare la nostra iniziativa in un luogo dedicato ad una “donna scomoda” divenuta memoria e icona della rivoluzione napoletana del 1799. ”
Melinda Di Matteo ed Elettra Deiana