A Cura di Valentina Busiello:

Direttore, ci racconta del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa considerato, giustamente, un’eccellenza internazionale? È vero. Oggi il Museo di Pietrarsa è tra i più importanti poli museali d’Europa e, nel suo genere, tra i più belli in tutto il mondo. Ed è diventato eccellenza internazionale grazie a chi lavora qui e s’innamora del proprio lavoro. Il merito è innanzitutto di Ferrovie dello Stato, che istituisce nel 2013 la Fondazione FS Italiane affidandole il compito di recuperare, tutelare e valorizzare l’immenso patrimonio storico delle Ferrovie con interventi mai realizzati prima. Con una paziente e laboriosa opera di ricerca, restauro, catalogazione e archiviazione, Fondazione FS è ora in grado di rendere fruibili reperti che hanno fatto non solo la storia delle Ferrovie, ma la storia d’Italia, e una grossa fetta di quella storia è custodita proprio qui, a Pietrarsa. Quando assunsi l’incarico di Direttore, nel 2014, il Museo registrava poco più di 4000 visitatori all’anno, rappresentati prevalentemente da scolaresche. Dopo tanto lavoro profuso con passione e costanza, ci apprestiamo a chiudere il 2019 raggiungendo il traguardo delle 200mila presenze. Un risultato che premia il nostro impegno, ci rende orgogliosi e che al tempo stesso ci spinge a migliorare. Siamo in un processo di crescita continua e pensiamo al Museo come una vera e propria “ Casa della Cultura”. Questo sito, infatti, è anche un Centro Congressi Internazionale, location di charme per eventi organizzati da marchi prestigiosi noti in tutto il mondo. E grazie ai suoi ampi spazi, coperti e all’aperto, è risultato luogo ideale per sfilate di moda, mostre di automobili d’epoca, spettacoli teatrali e musicali, serate culturali, scientifiche, di happening mondani e per bambini e molte altre iniziative che hanno coinvolto il territorio, contribuendo al suo sviluppo e alla sua crescita. Grazie ad accordi con altre eccellenze culturali, quali l’Università Federico II di Napoli, il MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), il MUSA (Museo delle Scienze Agrarie di Portici) si organizzano eventi e visite che consentono di promuovere, a prezzi vantaggiosi, le bellezze artistiche, storiche e culturali del nostro Paese. E con la possibilità di spostarsi agevolmente con il treno che porta, caso più unico che raro, direttamente all’ingresso del Museo di Pietrarsa. Sempre viaggiando comodamente si possono raggiungere e visitare la Reggia di Portici, il Museo di Pietrarsa e il Museo Archeologico di Napoli. Oppure gli Scavi di Ercolano, l’Ospedale delle Tartarughe a Portici, che è il più grande Centro Europeo per lo studio del Mare e il primo Centro di riabilitazione per le Tartarughe nel Mediterraneo, dove gli esperti della Fondazione Dohrn provvedono a curarle e a rimetterle in mare. Altri eventi culturali ? Organizziamo spesso mostre d’arte, pittorica, fotografica o documentale, come quelle dedicate ai progetti della prima ferrovia allestita non solo qui a Pietrarsa, ma replicata alla Reggia di Caserta e nella suggestiva galleria Borbonica a Napoli. Come esempio di attività di rilevante valore artistico cito la recente rappresentazione del “Pulcinella”, performance di musica e danza nella messa in scena curata dal Teatro San Carlo e realizzata nel padiglione delle Locomotive. Ci dica qualcosa anche di lei e di come è giunto alla direzione del Museo? Quanto a me, Avvocato di Ferrovie dello Stato, ho avuto il piacere e l’onore di vedermi proporre la direzione del Museo al quale, anche per motivi affettivi, sono profondamente legato. Da bambino, infatti venivo spesso in questi luoghi con il mio papà, Domenico, che ci ha lavorato come operaio perché fino al 1975 questa era la sede delle “grandi officine” delle FS che provvedevano alla manutenzione e riparazione dei rotabili. In occasione di alcune festività, come la “giornata del ferroviere” o dell’Epifania, i cancelli venivano aperti per accogliere i familiari dei dipendenti che vi lavoravano e festeggiare tutti insieme, proprio come avviene in una grande famiglia. In quelle occasioni, da piccolo spettatore, ebbi modo di comprendere che cos’era il lavoro vero e duro dei ferrovieri che comunque vivevano in un clima di armonia. E quando mi fu proposto di lasciare altri incarichi, anche importanti, per dirigere il Museo di Pietrarsa, accettai con entusiasmo. Non solo per motivi di natura affettiva, ma spinto soprattutto dall’idea di poter realizzare qualcosa di bello per il mio territorio. Inizio così questa avventura quasi da solo, e man mano lo staff cresce dando oggi lavoro a molte persone che, tra dipendenti diretti e indiretti (ditte di pulizie, vigilanza), danno vita a un sistema economico di tutto rispetto. Di ciò beneficia anche l’indotto: nell’area stanno nascendo alberghi, locali di ristorazione, pizzerie, parcheggi, e così molte famiglie, nel giro di 4 o 5 anni, hanno avuto la possibilità di trovare opportunità di occupazione e benessere. Questi sono fatti, supportati dai numeri. Ed è questa la nostra vera forza. Abbiamo registrato in poco tempo un incremento di visite del 30 per cento. Basti pensare che, solo durante i festeggiamenti per i 180 anni della Napoli – Portici, in un solo giorno ci hanno fatto visita oltre 4mila persone, e non è poco. La gente inizia a percepire, anche attraverso questo Museo, cosa rappresentano per il Paese le Ferrovie dello Stato e cosa sta facendo la Fondazione FS per farlo comprendere meglio. Una gestione oculata dei beni custoditi, patrimonio della collettività, in grado di produrre reddito attraverso un sito che riesce a “raccontare” con stile ed eleganza le tradizioni di un popolo che ha contribuito al raggiungimento di risultati concreti: è questa l’immagine di Napoli che vogliamo esportare nel mondo. Accennava prima a un utilizzo alternativo del museo ? È proprio così. Pensi che qui sono state girate alcune scene di film e fiction televisive, come “Noi credevamo” di Mario Martone, e “Lacci”, pellicola che, per la regia di Daniele Luchetti, uscirà nelle sale a gennaio. Anche un episodio de “I bastardi di Pizzofalcone” è stato realizzato tra le antiche locomotive esposte qui. E poi i nostri ampi spazi sono stati utilizzati per la realizzazione di numerosi eventi per la presentazione di famosi prodotti cosmetici, di case d’alta moda o di importanti marchi automobilistici. Il Museo è stato anche “palcoscenico” per due edizioni del Napoli Teatro Festival e numerosi altri spettacoli tra i quali mi piace ricordare i concerti di Gigi Finizio, Eduardo De Crescenzo e Noa. Ci dice qualcos’altro di questo importante evento celebrativo dei 180 anni della prima linea ferroviaria d’Italia? È un evento che ci inorgoglisce come italiani e come ferrovieri. Dal 3 al 6 ottobre abbiamo vissuto quattro giornate intense e ricche di iniziative. Il 3 ottobre 1839 gli italiani muovono un passo da gigante perché per la prima volta nella Penisola Italica, e in particolare nel Regno delle Due Sicilie, si vede correre un treno che grazie alla forza sprigionata dal vapore trasporta centinaia di persone. Un breve tragitto destinato ad estendersi fino a Nocera Inferiore e Cava De’ Tirreni, fino a collegare poi alla Reggia di Caserta. Nasce in questa regione, quindi, la prima rete ferroviaria di tipo commerciale. Il 3 ottobre, inoltre, non solo segna la nascita delle ferrovie in Italia, ma è anche il giorno scelto, per ovvi motivi, come festa di tutti i ferrovieri italiani. E sempre in tema di ricorrenze, il Museo di Pietrarsa ha da poco spento 30 candeline, essendo ufficialmente nato il 7 ottobre 1989.
Nei quattro giorni di festeggiamenti abbiamo organizzato spettacoli in omaggio alla nostra terra: un concerto delle Ebbanesis, due giovani e ironiche artiste napoletane, uno show di Masiello, anchorman che propone musica partenopea, un’esibizione della Banda della Nato e, nella giornata conclusiva, la Fanfara dei Carabinieri.
Tra le varie iniziative, i visitatori hanno potuto assistere a performance di danza, all’animazione del quadro del Fergola, pittore di corte che riprodusse su tela il viaggio del primo treno, con attori e ballerini che, in abbigliamento d’epoca, uscendo dal quadro hanno dato vita al dipinto, suscitando l’ammirazione delle oltre mille persone che hanno applaudito la rappresentazione dell’insolito tableaux vivant. Direttore, abbiamo notato che nel Museo opera una squadra di collaboratori giovani che lavorano in sinergia e armonia, ce ne parla? La ringrazio davvero molto di avermi dato l’opportunità di parlarne, perché ne sono particolarmente fiero. Sono giovani, laureati in varie discipline, che contribuiscono non poco al buon funzionamento del Museo aiutandosi l’un l’altro e alternandosi nelle varie attività con grande responsabilità e senso di appartenenza. Una squadra con ruoli intercambiabili e bene affiatata. Mi dia anche modo di citare un altro “fiore all’occhiello” (considerando l’argomento mi pare l’espressione più adatta) del Museo: i nostri giardini. Con l’Università Federico II di Napoli, con la Facoltà di Agraria, l’Orto Botanico di Portici, abbiamo avviato un esperimento impiantando vegetazione e piante provenienti dai cinque Continenti, da zone che presentano caratteristiche climatiche di tipo mediterraneo. Ebbene, siamo soddisfatti e orgogliosi dell’esperimento perché le piante sono cresciute, stanno bene e oggi possiamo ammirare piante in rappresentanza di California, Cile, Australia, Sudafrica. Studiosi e appassionati di botanica provenienti da tutto il mondo, tra cui molti inglesi, visitano i nostri giardini, altra grande attrazione del Museo di Pietrarsa. Quali sono i prossimi appuntamenti al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa? Dal 12 al 14 ottobre ospiteremo la seconda edizione di “Eruzioni del gusto”, kermesse enogastronomica che propone prodotti provenienti da zone vulcaniche di tutto il mondo. E la manifestazione trova a Pietrarsa un luogo espositivo ideale, considerando le origini del sito che deve il suo nome proprio all’azione della lava del Vesuvio. Il vulcano è un elemento che ha permesso a questo territorio di crescere, rendendo particolarmente fertile la terra e ricche le coltivazioni vesuviane. I prodotti tipici della zona con i suoi vini, i famosi pomodorini del “piennolo” e molti altri prodotti nostrani saranno in compagnia di specialità provenienti dalla Sicilia, dal Giappone, dal Cile e numerose altre terre vulcaniche. Il 14 ottobre, giornata conclusiva con Gran Gala della regione Campania che proporrà una esposizione dei migliori prodotti e degustazione di vini. E poi? Avremo spettacoli teatrali e musicali: il venerdi’, il sabato e la domenica sera ci saranno spettacoli legati alla storia della Ferrovia, di Napoli e del Museo. Dal 30 novembre al 6 gennaio avremo i Mercatini di Natale, che già l’anno scorso richiamarono un gran numero di visitatori che si aggirarono tra le caratteristiche casette in legno sparse lungo i viali del Museo. Per la prossima edizione saranno presenti oltre 70 artigiani con prodotti merceologici di varia natura, previste degustazioni di prodotti gastronomici di qualità, dalla pizza a tutte le altre prelibatezze campane. E ancora artigiani della mattonella vietrese, della ceramica, di oggetti in argento, il corallo di Torre del Greco e molto altro ancora. La giornata conclusiva sarà il 5 gennaio, con un concerto di Enzo Gragnaniello. Altre iniziative? Abbiamo intenzione di proporre altre novità, anche tecnologiche. Come quella già attiva da tempo del viaggio in realtà aumentata con la locomotiva Bayard che, grazie a un sistema di luci e suoni realizzato da Paco Lanciano, noto fisico che collabora con Piero Angela, consente ai visitatori di conoscere il funzionamento delle locomotive a vapore e assistere alla partenza del primo convoglio reale. Offriamo anche la possibilità di essere ai comandi di un treno del 1950, iniziativa da poco avviata, con il simulatore di guida che consente di provare un’emozione difficilmente replicabile. Nell’enorme sala delle locomotive si può camminare su una pavimentazione climatizzata, un impianto di diffusione sonora è attivabile attraverso tablet o smartphone, mentre con specifiche app possiamo regolare l’illuminazione, avviare musica, aprire e chiudere i pannelli di copertura dei tetti. Insomma, un connubio tra antiche e nuove tecnologie che rendono questo Museo dinamico e interattivo. Un luogo in cui mi riconosco e col quale mi identifico, sempre proiettato verso novità che possano renderlo interessante e “vivo”. Abbiamo poi letteralmente tagliato in due una locomotiva, in senso longitudinale, per mostrare a tutti, ma soprattutto ai giovani studenti, com’è fatta dentro. Abbiamo stipulato un accordo con gli inglesi della Mattel per portare nei nostri padiglioni, per la gioia di tantissimi bambini, il trenino Thomas, protagonista di una fortunata serie di cartoni animati e riprodotto sotto forma di giocattolo amatissimo dai più piccoli. Nell’area centrale del Museo, quasi affacciata sul mare, è stata posizionata una Carrozza – Bar del 1921, con elegantissimi arredi d’epoca dove si potrà degustare tè o altre bevande in ambiente riservato ed esclusivo. Per le visite al Museo riceviamo prenotazioni da tutto il mondo e, in caso di richiesta per giornate di chiusura programmata, realizziamo aperture straordinarie. Mi permetta infine di fare una considerazione. Il Museo di Pietrarsa ha una caratteristica che altri siti simili non hanno. Oltre alla bellezza delle architetture e dei pezzi in esposizione, ciò che lo rende davvero unico è la sua collocazione geografica che, con la vista mozzafiato su uno dei panorami più incantevoli al mondo ne fa un luogo dal fascino irresistibile. Un sogno nel cassetto? Realizzare un approdo marino. L’idea di vedere arrivare qui le persone via ferrovia o via mare rappresenta un vero sogno. Pensare ai visitatori che fanno un giro nel Golfo a bordo di uno yacht o di un aliscafo per inserire tra mete come Capri, Ischia Procida e Sorrento anche il Museo di Pietrarsa, mi renderebbe davvero felice. Si ringrazia l’ufficio stampa di FS Italiane, per la straordinaria collaborazione il Dottore Renato Granato.

In collaborazione con l’ufficio stampa di FS Italiane, per la straordinaria collaborazione il Dottore Renato Granato.