La capolista Napoli e’ sempre piu’ sola al comando. La Juventus, dopo otto vittorie consecutive in
campionato con zero gol incassati, stecca la nona e crolla in maniera clamorosa al Maradona subendo cinque gol e una dura lezione. Per i bianconeri si tratta di un vero e proprio tonfo, di una disfatta che ha poche giustificazioni e qualche spiegazione legata a un’interpretazione tattica della gara del tutto inappropriata. Spalletti contro Allegri, dopo le schermaglie dialettiche della vigilia, si affrontano sul campo e il tecnico dei padroni di casa esce vincitore su tutta la linea. A una giornata dal
termine del girone d’andata il divario tra la prima e la seconda
in classifica (in attesa dell’impegno di domani a Lecce del
Milan che dopo la sconfitta in Coppa Italia e’ ora a maggior
ragione chiamato a reagire con determinazione per tentare di
rimanere in scia) aumenta a dieci punti, con il Napoli che
respinge e limita le speranze di rimonta dei bianconeri che
escono dal Maradona pesantemente ridimensionati.
Allegri, smentendo le previsioni della vigilia, schiera
Chiesa dal primo minuto ma la scelta si rivela infelice perche’
l’attaccante e’ costretto a giocare da terzino esterno in una
difesa a cinque e appare spaesato in un ruolo che non e’ il suo.
Il piano tattico dell’allenatore della Juventus e’ chiaro: difesa
ad oltranza con cinque uomini fissi nell’area di rigore e
Locatelli piazzato al centro soltanto qualche metro avanti, con
le speranze offensive affidate esclusivamente al contropiede. La
posizione di Chiesa, che non e’ un terzino e peraltro e’ costretto
a sfiancarsi in un continuo movimento sulla fascia quando la
Juventus esce fuori dal guscio, regala a Kvaraskhelia una
liberta’ che il georgiano sfrutta in maniera esemplare. Al 14′ il
gol del vantaggio degli azzurri e’ merito proprio del giovane
esterno d’attacco di Spalletti che si fa trovare a centro area e
conclude l’azione con una sforbiciata. Szczesny devia come puo’ e
sulla ribattuta si avventa Osimhen che insacca con un colpo di
testa.
Nonostante lo svantaggio Allegri non modifica l’impostazione
della gara e viene punito nuovamente al 38′. L’impreparazione di
Chiesa a svolgere compiti da terzino e’ ancora piu’ evidente in
questa circostanza. Osimhen si libera sulla destra di Bremer e
serve il georgiano il quale, senza opposizione della difesa
juventina, insacca con un tiro rasoterra.
Nel finale di tempo i bianconeri accorciano le distanze
grazie a un’iniziativa di Di Maria sulla destra. Al 41′ un
rimpallo in area di rigore tra Zielinski e Kim favorisce
l’argentino che manda il pallone in rete con un rasoterra.
Il secondo tempo e’ cominciato da 9′ quando il Napoli
ristabilisce e distanze. Il gol arriva da un calcio d’angolo
battuto da Kvaraskhelia con Rrahmani che raccoglie dal lato
opposto e scaraventa il pallone in rete con un gran tiro di
destro.
La Juventus accusa il colpo e il Napoli diventa padrone del
campo piu’ di quanto non lo fosse stato fino a quel momento. Le
azioni in velocita’ degli uomini di Spalletti mettono
ripetutamente in crisi la retroguardia avversaria e Osimhen e
Kvaraskhelia diventano quasi immarcabili. Il duo d’attacco del
Napoli al 19′ confeziona il quarto gol. Il georgiano pennella un
traversone sulla testa del nigeriano che devia in rete il
pallone. Il Napoli insiste e al 26′ va in gol anche Elmas che
entra in area e calcia verso la porta. Il pallone, deviato da
Alex Sandro, si insacca alle spalle di Szczesny.
La partita finisce senza altri sussulti con l’immagine negli
occhi dei 60mila del Maradona di una capolista che ha ritrovato
il passo della prima parte della stagione.