Tra le ultime ad essere colpite sono alcune scuole primarie e dell’infanzia nel comune
di Bollate in provincia di Milano, che ha determinato la
chiusura dei plessi frequentati da quasi 750 bambini. Casi
isolati sono stati individuati anche a Roma; oggi un focolaio e’
stato segnalato in un nido di Milano, che ospita 150 bambini;
nuovi casi di positivita’ sono stati segnalati nelle scuole di
Pozzuoli e gli istituti sono stati chiusi a Somma Vesuviana
(Napoli). Anche la Flc Cgil si dice preoccupata e sottolinea
come occorre fare chiarezza sui dati del contagio nelle scuole.
Con il crescere dell’allarme aumentano le adesioni ai
comitati e alle petizioni che chiedono di far tornare tutti gli
studenti alla didattica a distanza. Una petizione che ha
ottenuto quasi 200 mila firme arriva dal sindacato Unsic che
indirizza al prossimo governo a guida Draghi la richiesta di
chiudere le scuole. “I dati dell’ultimo monitoraggio Istituto
superiore di Sanita’ e ministero della Salute evidenziano con
chiarezza una tendenza: le Regioni che hanno aperto per prime le
scuole superiori sono quelle con l’Rt piu’ alto. L’Alto Adige,
che ha riportato gli studenti nelle aule il 7 gennaio, guida
l’amara classifica con 1,25. A seguire le tre Regioni che hanno
riaperto l’11 gennaio: Abruzzo con 1,22, Basilicata con 1,20 e
Toscana con 1,1. Al contrario, agli ultimi posti troviamo le
Regioni che hanno riaperto le scuole per ultime: Friuli-Venezia
Giulia con 0,98, Sardegna con 0,87, Veneto con 0,71 e Sicilia
con 0,66. Solo una casualita’ ?”, chiedono.
Didattica a distanza per ogni ordine e grado fino al
permanere della “situazione di grave rischio contagio” e alla
“pubblicazione da parte del Ministero dell’Istruzione dei dati
reali del contagio covid nelle scuole, e’ la richiesta contenuta
anche in una lettera aperta al presidente incaricato Mario
Draghi, al capo dello Stato ed ai presidenti di Camera e Senato,
firmata in pochi giorni da circa 12mila persone di oltre 250
citta’ e promossa dal Comitato nazionale Dad per tutti.
Intanto in Veneto il governatore Luca Zaia ricorda che la
prossima settimana scade la sua ordinanza per le scuole con il
50% in presenza: “vogliamo vedere un po’ di dati la prossima
settimana e poi decidere. “Ci preoccupa non poco – rileva –
quello che sta accadendo nell’Italia centrale, con questa
recrudescenza del virus, e alcune altre comunita’ vicino a noi
che stanno ripartendo con il Covid”.
In Puglia invece tutti i sindacati della scuola hanno
proclamato lo stato di agitazione con sciopero della prima ora
di lezione il prossimo 22 febbraio, contro la didattica ‘a
scelta’ voluta dal governatore Emiliano. “Chiediamo che fra i
primi atti del suo Governo vi sia la necessaria armonizzazione,
sul territorio pugliese, delle disposizioni in materia di
scuola”, scrivono a Draghi. Una protesta degli studenti delle
scuole superiori di Napoli e provincia e’ stata messa in atto
oggi davanti alla Regione Campania. I ragazzi rivendicano che il
rientro in classe sia in sicurezza e puntano il dito contro il
mancato potenziamento di trasporti, soprattutto per chi arriva a
Napoli dalla provincia, e accusano la Regione e il presidente,
Vincenzo De Luca, di non aver fatto “tutto il necessario
affinche’ sia garantito il diritto allo studio”. Mentre in Emilia
Romagna si e’ registrata una falsa partenza per le vaccinazioni
AstraZeneca dedicate al personale scolastico, docente e non, tra
i 18 e i 55 anni.