Dopo Pasqua, quando forse comincerà a riaprire qualcosa in un paese chiuso a chiave a doppia mandata. A decidere saranno i comitati scientifici ma a frenare chi vuole far vedere subito agli italiani la luce m fondo al tunnel c’è un dato che gira nelle scrivanie dei governi di mezza Europa. Un datocoincidente: uno dei ministri che ha avuto modo di leggere queste analisi spiega infatti che «sui tavoli dei principali istituti sanitari nazionali circolano repoitscientifici diautorevoli università europee, secondo cui se si sbloccassero i lockdown prima del tempo si moltiplicherebbero le morti nel continente, il paese, a seconda della grandezza di ognuno. Numeri da terrore. Quindi ora c’è una cautela assoluta in tutti i governi». Con queste premesse, si capisce meglio perché sottotraccia, senza poterlo pubblicizzare, nei ministeri si stia cominciando a predisporre un piano graduale di rientro alla normalità, per quando si verificherà una “conditio sine qua non”, messa in chiaro dagli scienziati : il rapporto tra positivi e contagiati deve scendere sotto «uno ad uno». Ovvero ogni persona infetta deve contagiare meno di un’altra persona in termini matematici. «Oggi siamo passati da un rapporto iniziale di 2,8 persone contagiate a sotto le 2 unità, dobbiamo scendere sotto il livello di I», spiega un ministro. Insomma, c’è da aspettare. Per gradi dopo Pasqua Del resto lo dice chiaramente il virologo Fabrizio Pregliasco quale sia l’orizzonte. «Si conferma un trend di rallentamento dei casi, ma il blocco deve continuare fino a metà aprile». Ma attenzione: si parla di una riapertura parziale di alcune fabbriche, molto contingentata. Non della libera circolazione delle persone. Al ministro Speranza, che stoppa chi come Renzi ipotizza una ripresa il 4 aprile, nei conversari privati fanno eco altri big del Pd, a cominciare da Darío Franceschini. Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha fatto capire come le misure prese fino al 3 aprile verranno prorogate. Dunque, fermo restando che per altre due settimane resterà tutto fermo, si stanno ipotizzando diversi schemi nei vari ministeri, che ruotano dal 15 aprile appunto, al 4 maggio, quando potrebbero (ma non c’è alcuna conferma) forse riaprire le scuole. In quelle due settimane di aprile, alcune attività industriali collegate alle filiere agroalimentare e sanitaria potrebbero riaprire i battenti: quelle per intenderci chiuse con l’ultima serrata decisa dal governo, che sono ferme da una settimana.