Si terranno stamattina a San Giovanni a Teduccio (Napoli), nella Chiesa di Maria S.S. Madre della Consolazione, i funerali del 43enne Salvatore De Francesco, ex dipendente della Ixfin – azienda casertana ormai dismessa – da oltre crisi 1due anni senza lavoro, che venerdi’ si e’ suicidato gettandosi dal terrazzo del palazzo in cui viveva la sorella. Alla moglie e alle due figlie ha lasciato un bigliettino con poche e toccanti parole. “Scusatemi, ma cosi’ non ha piu’ senso vivere” ha scritto, riferendosi ai ripetuti tentativi, purtroppo vani, di trovare un lavoro dopo la lunga e sfortunata parentesi della Ixfin, e di poter cosi’ contribuire a sostenere la propria famiglia, che sopravviveva grazie soprattutto ai lavoretti saltuari della moglie. Ex colleghi e amici, anche grazie ad un passaparola su Facebook, hanno organizzato un colletta per la famiglia. Ironia del destino, la morte del 43enne e’ avvenuta proprio nel giorno in cui i suoi ex colleghi della Ixfin, oggi confluiti con altri ex lavoratori di aziende casertane dismesse nel cosiddetto “Bacino di crisi”, protestavano a Caserta davanti alla Prefettura perche’ da oltre un anno non hanno alcuna forma di sostegno al reddito, e per chiedere che divenissero realta’ le promesse di essere ricollocati nel mondo del lavoro. “A quelle promesse – dice Antonello Accurso, segretario casertano dei metalmeccanici della Uil, ex addetto Ixfin e amico del 43enne – Salvatore non credeva piu’; dopo il fallimento della Ixfin nel 2006, aveva lottato con tutti i lavoratori da
sindacalista della Uilm, e nel frattempo aveva anche avuto la seconda bimba, ma poi due anni fa ha ceduto e ha provato a farcela da solo, cercando lavoro in Italia e all’estero, ma purtroppo non ce l’ha fatta”. De Francesco era stato nelle Marche da una sorella, poi in Germania da un parente, era esperto del sistema operativo Sap, ma nonostante cio’ non ha trovato nessuna buona offerta; in questi giorni si stava preparando a ripartire per le Marche. “L’ultima volta che l’ho sentito – dice Accurso – era giu’ psicologicamente soprattutto perche’ non si sentiva utile per la famiglia. La sua priorita’ era trovare un lavoro ma sembrava impossibile”.

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