Aumentano i centri di ricerca sui tumori in Italia, che passano dai 149 del 2022 ai 183 del 2023 (+23%): oltre 600 gli studi sperimentali condotti nel 2022, ma e’ emergenza fondi e personale dal momento che mancano figure necessarie e di alta specializzazione come data manager ebiostatistici. La fotografia e’ scattata dalla seconda edizionedell’Annuario dei Centri di Ricerca Oncologica in Italia,promosso dalla Federation of Italian Cooperative Oncology Groups(Ficog) edall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom),un vero e proprio censimento delle strutture che realizzanosperimentazioni sui tumori nel nostro Paese, presentato oggi al Ministero della Salute in occasione della Giornata Nazionale dei Gruppi Cooperativi per la Ricerca in Oncologia promossa da Ficog per sensibilizzare i cittadini sull’importanza dei trial clinici indipendenti. Quasi il 50% dei centri si trova al Nord (90), il resto al Centro (44 centri) e al Sud (49 centri). Circa un terzo delle strutture (36%, pari a 66 centri) svolge piu’ di 20 sperimentazioni all’anno, il 12% oltre 60. Resta pero’ il nodo, ancora irrisolto, della mancanza di risorse e personale: il 68%
(124 centri) e’ privo di un bioinformatico e il 49% (89) non puo’
contare sul supporto statistico. E la digitalizzazione, che
consente di velocizzare e semplificare i trial, e’ ancora scarsa:
solo il 43% utilizza un sistema di elaborazione di dati e il 37%
una cartella clinica elettronica. Serve, avverte il presidente
Ficog Evaristo Maiello, “un cambio di passo per sostenere la
ricerca accademica, anche perche’ oggi in Italia solo il 20%
degli studi sulle nuove molecole contro il cancro e’ no profit.
Ma la ricerca indipendente no profit e’ fondamentale anche
perche’ , ad esempio, puo’ intervenire in ambiti non sempre coperti
dall’industria, come nel caso delle malattie rare”. La ricerca
indipendente e’ a rischio, rileva il presidente Aiom Francesco
Perrone, “perche’ in finanziamenti non ci sono o sono disponibili
a singhiozzo. Anche i bandi Aifa sono importanti ma discontinui
e l’ultimo dello scorso anno ci risulta fermo”. Il potenziale
della ricerca oncologica in Italia, aggiunge, “e’ davvero
significativo e i nostri studi sono all’avanguardia, ma servono
piu’ finanziamenti pubblici”. Nel 2023 in Italia sono state
stimate 395.000 nuove diagnosi di cancro. I tumori su cui si
concentra il maggior numero di sperimentazioni sono quelli
gastrointestinali, mammari, toracici.
Gli studi clinici, dunque, rappresentano soprattutto
un’opportunita’ terapeutica in piu’ per i pazienti ed un
investimento per i sistemi sanitari. Un dato esemplificativo
arriva dagli Usa: gli studi no profit sul cancro hanno portato
ad una stima di 14,2 milioni di anni di vita guadagnati nella
popolazione statunitense al 2020, con una stima per il 2030 pari
a 24,1 milioni di anni di vita guadagnati. E questo guadagno in
termini di anni di vita e’ corrisposto ad un costo in termini di
investimento pubblico pari a 326 dollari per anno di vita
guadagnato. Gli studi clinici, sottolinea Maiello, “sono dunque
una importante opportunita’ per i pazienti, che possono cosi’
accedere a terapie sperimentali. Solo nel 2022, sono stati 2540
i pazienti in Italia arruolati in 38 studi clinici indipendenti,
manca pero’ un dato cumulativo sul totale di pazienti arruolati”.
Degli studi sperimentali “oggi si parla di piu’ , ma la conoscenza
dei pazienti rispetto al significato che partecipare ad uno di
tali studi puo’ avere e’ ancora insufficiente. Bisogna – conclude
– aumentare l’informazione”.
“Grazie alla ricerca e alla prevenzione, oggi in Italia il
60% dei pazienti e’ vivo a cinque anni dalla diagnosi di cancro e
un milione di persone puo’ essere considerato guarito – scrive il
ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella prefazione
dell’Annuario -. Questi risultati ci infondono fiducia e
costituiscono uno stimolo a investire con forza nella ricerca
scientifica per far si’ che i pazienti possano accedere in tempi
piu’ brevi a terapie innovative e sicure, nonche’ per garantire
una maggiore competitivita’ dell’Italia a livello globale”. La
ricerca, conclude, “e’ sinonimo di futuro”.