Una nuova variante del virus SarsCov2 e’ stata segnalata in Giappone: denominata E484K, la mutazione
allarma le autorita’ nipponiche poiche’ , come anticipato
dall’emittente pubblica Nkh, risulterebbe capace di ridurre
l’efficacia dei vaccini anti-Covid attualmente disponibili. La
variante si somma alle altre gia’ in circolazione e accresce la
preoccupazione degli esperti, che avvertono che siamo dinanzi ad
una corsa contro il tempo e che l’unica vera arma per frenare il
virus, e le sue inevitabili mutazioni, e’ oggi rappresentata
esclusivamente dalle campagne di vaccinazione che devono,
dunque, accelerare il piu’ possibile.
La mutazione E484K e’ stata rilevata in 10 dei 14 pazienti
esaminati in un ospedale di Tokyo nel mese di marzo. Per circa
due mesi e fino a marzo, riferiscono le fonti nipponiche, 12
pazienti Covid su 36 sarebbero stati infettati dalla mutazione
pur non avendo mai viaggiato e frequentato altre persone poi
risultate positive. La notizia arriva nel corso di una seconda
impennata di infezioni che ha investito in particolar modo la
citta’ di Osaka e altre due prefetture dell’arcipelago, Hyogo e
Miyagi. La variante E484K- che presenterebbe caratteristiche
assimilabili sia alla variante inglese sia a quella sudafricana
– e’ stata segnalata anche in Tirolo, in Austria e si starebbe
diffondendo pure negli Stati Uniti. Al momento tuttavia,
sottolineano gli esperti, mancano studi specifici rispetto a
questa mutazione e dunque la cautela e’ d’obbligo.
“In attesa di dati scientifici certi sulla variante E484K e
sulla sua eventuale resistenza ai vaccini – afferma Massimo
Andreoni, direttore scientifico della Societa’ italiana di
malattie infettive e tropicali (Simit) e professore associato di
Malattie Infettive all’Universita’ di Roma Tor Vergata – c’e’ in
generale grande preoccupazione rispetto alle mutazioni del virus
SarsCov2 e la necessita’ di attuare un forte monitoraggio”. Da
parte sua, il virologo Roberto Burioni, dell’Universita’
Vita-Salute San Raffaele di Milano, invita alla cautela e, in un
tweet, scrive: “Vaccini e varianti. No al ‘varianterrorismo’. I
vaccini funzionano”.
Quella contro le varianti ad ogni modo, spiega Andreoni, “e’
ormai una corsa contro il tempo: piu’ il virus circola piu’ tende
a mutare e dare luogo a nuove varianti. L’unica strategia e’
dunque quella di bloccare il prima possibile la circolazione del
virus e per far questo la vera arma di cui disponiamo e’ la
vaccinazione. Dunque, e’ fondamentale in questo momento
velocizzare il piu’ possibile la campagna di vaccinazione, per
immunizzare il maggior numero di persone in tempi rapidi,
bloccare il virus e impedire cosi’ che origini altre mutazioni”.
Allo stesso tempo, sottolinea, “cruciale diventa aumentare la
capacita’ di tracciamento delle varianti potenziando le attivita’
di sequenziamento del virus, cio’ al fine di capire cosa sta
accadendo effettivamente in Italia e quali sono i ceppi che
stanno circolando”. Un’attivita’ , che “stiamo portando avanti
all’Universita’ di Tor Vergata, cosi’ come si sta facendo in altri
centri, ma che va ulteriormente rafforzata”. Se fosse comunque
confermata la resistenza di E484K ai vaccini, conclude Andreoni,
“credo sarebbe da valutare l’opportunita’ di un blocco dei voli
aerei per impedire l’ulteriore diffusione di questa e altre
varianti, ed andrebbero adottati protocolli stringenti se E484K
e’ gia’ arrivata in Europa”. Concorda con tale ipotesi anche il
virologo Fabrizio Pregliasco dell’Universita’ Statale di Milano:
“Ci vuole un monitoraggio ferreo – commenta – e va valutata una
sospensione piu’ generalizzata dei voli aerei se fosse confermata
l’ulteriore espansione delle nuove varianti”. Attualmente in
Italia, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanita’ , la
cosiddetta variante inglese e’ diventata dominante con una
prevalenza dell’86,7%, (con valori oscillanti tra le regioni tra
il 63,3% e il 100%). Per quella ‘brasiliana’ la prevalenza e’ del
4,0% (0%-32,0%), mentre le altre varianti monitorate sono sotto
lo 0,5%.