“Ci sono buone probabilita’ che entro la fine dell’anno avremo non uno, ma due vaccini
contro il covid-19, approvati con autorizzazione di emergenza
dalla Food and drug administration (FDA). Se cio’ sara’
confermato, si tratta di un risultato straordinario, senza
precedenti, che fara’ scattare l’avvio delle prime
immunizzazioni e potra’ iniziare a farci vedere la luce alla
fine del tunnel della pandemia”.
In una conversazione con l’ ANSA, Cristina Cassetti, virologa
italiana da 17 anni all’Istituto nazionale delle malattie
infettive NIAID guidato proprio da Anthony Fauci, vicedirettrice
della divisione di ‘Microbiology and infectious disease’,
esprime ottimismo sulla lotta al Sars-Cov-2. Grazie al probabile
arrivo di piu’ di un vaccino.
“Dobbiamo ancora rivedere nei dettagli i dati comunicati dalla
Pfizer sul 90% di efficacia generale del loro vaccino, ma siamo
fiduciosi. E lo siamo anche perche’ ci aspettiamo che dal trial
in corso, di fase 3, del vaccino della Moderna emergano
indicazioni di efficacia equivalenti. Avremo questi dati a
giorni”. I due vaccini – Pfizer e Moderna – condividono infatti
l’utilizzo della stessa nuova piattaforma per l’ immunizzazione,
basata sull’ impiego dell’ RNA messaggero. “E’ la prima volta in
assoluto che un vaccino basato su questa piattaforma ha dato
prove di indurre le risposte immunitarie che proteggono dalla
malattia. E’ una grossa novita’ perche’ il vantaggio di questo
metodo e’ la sua rapidita’ di esecuzione”.
Da Cassetti arriva pero’ anche un invito alla pazienza e ad
attendere la revisione completa dei risultati della Pfizer. “I
dati che abbiamo ricevuto sinora sulla efficacia nella
prevenzione del 90% delle infezioni sintomatiche sono
eccellenti, ma ci sono ancora varie domande in attesa di
risposta. Non sappiamo se e come il vaccino funzioni contro i
contagi asintomatici. Quanto a lungo duri la protezione e se vi
e’ una diversa risposta immunitaria a seconda delle fasce di
eta’ di appartenenza”. Con il vaccino della Pfizer c’e’ inoltre
qualche difficolta’ di trasporto e conservazione, in quanto il
prodotto va mantenuto a meno 80 gradi di temperatura: “Il
dipartimento alla difesa Usa – spiega – sta gia’ lavorando alla
logistica necessaria nei centri di distribuzione dei vaccini, e
negli Usa il problema verra’ risolto. Ma il vaccino della
Moderna pare non presentare questa difficolta’ ed avere la
capacita’ di rimanere stabile a – 20 gradi per un periodo di
tempo discreto”.
Quanto al nodo cruciale dei tempi e delle modalita’ di
distribuzione, la scienziata e’ positiva: “Per dicembre dovremo
essere in grado in Usa di vaccinare 20 milioni di persone. Ossia
di avere i 40 milioni di dosi necessarie alla doppia
somministrazione. L’immunizzazione verra’ data a scaglioni per
fasce di rischio, partendo dai lavoratori della sanita’ in prima
linea nella lotta al covid-19, seguiti da persone ad alto
rischio per la presenza di malattie preesistenti e gli anziani.
Da fine aprile si ritiene che i vaccini saranno disponibili per
la popolazione generale”.
Cassetti, fa inoltre presente che a gennaio o febbraio ci
potrebbero essere altri vaccini: “in dirittura d’arrivo, con
sperimentazioni avanzate in corso, ci sono infatti quelli della
Janssen (sussidiaria Johnson & Johnson), e di Astrazeneca”.
Altri candidati sono i vaccini in via di sviluppo, sia pure piu
lentamente, di Novavax e Sanofi-Pasteur.
La virologa e’ convinta che “eventualmente usciremo dal tunnel
della minaccia del covid. Si spera che aumentando l’immunita’ ‘
nella popolazione tramite i vaccini e le infezioni naturali la
malattia si manifestera’ ‘ sempre di meno ed in maniera piu’
leggera. Forse come un semplice raffreddore”. “Ma intanto –
mette in guardia – e’ importante essere pazienti: fare
attenzione al distanziamento sociale, usare mascherine e seguire
le line guida delle autorita'”.