“Mia suocera ha 90 anni, ha il coronavirus ma e’ asintomatica. Ieri era stata trasferita dalla
Casa di Mela a un’altra struttura a Napoli, invece l’hanno
rifiutata ed e’ stata sballottata in un van fino all’una di notte
per arrivare in una terza casa per anziani ad Acerra”. E’ questo
il racconto di Rosaria Cardone che ha vissuto con suo marito una
notte di angoscia non sapendo piu’ dove fosse l’anziana Maria
Enrichetta, novantenne che soffre di demenza senile.
“Mia suocera e’ da tempo nella struttura di Fuorigrotta dove
viene trattata benissimo – racconta Cardone – purtroppo e’
arrivato il covid19 che ha contagiato anche lei, ma ha avuto
solo un paio di giorni di febbre, nessuna complicazione. Ci
hanno detto che La Casa di Mela andava sgomberata e che
avrebbero portato mia suocera in un’altra casa a via Manzoni”.
Tutto tranquillo, poi pero’ “alle 20 abbiamo chiamato l’altra
struttura e ci hanno detto che mia suocera non c’era, ci siamo
preoccupati, lei non parla e cosi’ abbiamo richiamato Casa di
Mela. Ci hanno detto che erano partiti in dieci ma cinque sono
stati rimandati indietro perche’ non autosufficienti. Erano
infreddoliti, digiuni, gli hanno preparato del latte caldo. Alle
23.30 e’ arrivato un altro van che li ha portati dopo mezzanotte
a Villa dei Fiori, ad Acerra”.
Ore difficili per i cinque anziani come racconta anche Marisa
che parla di sua sorella Ernestina: “Ha 85 anni – racconta – e
ha dei problemi psichici. Ho paura che abbia sofferto molto
stanotte. Da marzo non li andiamo a trovare perche’ ci avevano
detto che era rischioso, poi e’ arrivato il coronavirus e li
hanno trasferiti. Mia sorella e’ positiva ma non ha sintomi
gravi, pero’ quando ho saputo che e’ stata portata in giro tutta
la notte mi sono resa conto che avra’ sofferto molto”.
L’evacuazione della struttura di Fuorigrotta e’ stata pero’
molto pesante per il distretto 25 dell’Asl, che denuncia poca
collaborazione dai parenti: “In questo momento – spiega la
direttrice Tiziana Spinosa – ho tre anziani non covid portati in
un’altra struttura e che non vogliono scendere dal bus del 118.
Ora stiamo contattando i parenti che non li vanno a prendere,
noi facciamo un servizio di sanita’, non servizi sociali”. Una
posizione dura che Spinosa spiega: “La Casa albergo – dice – e’
fatta per anziani autosufficienti, ma la struttura a cui li
abbiamo portati ha scoperto che c’erano problemi psichiatrici e
di demenza senile pesanti, per i quali ci vuole un personale
specializzato. Noi ci siamo presi la responsabilita’ di trovare
loro un posto quando abbiamo scoperto la bomba covid nella casa
di cui i parenti non si erano interessati, molti anziani erano
senza documenti, senza le terapie che devono seguire. Nessuno e’
stato trattato come una bestia, come ho sentito dire: li abbiamo
fatto visitare dai medici, abbiamo fatto loro i tamponi,
contattato i medici di base, trovato un nuovo posto. Ci siamo
impegnati a fondo in una situazione che per la sanita’ e’ gia’
pesantissima”.