Né sciatta, né sex-bomb. Il dress code della palestra è all’insegna della comodità e della libertà di movimento (sempre senza dimenticare un pizzico di stile, che non guasta mai) Benvenuti sul filo del rasoio, in bilico tra la sciatteria più tendenze 1estrema, rappresentata dalla tuta in acetato abbinata a t-shirt pubblicitarie, e l’esibizionismo civettuolo, che vede lo stretch anche dove non è dato immaginare. L’abbigliamento sportivosfila in passerella, portando scompiglio nel guardaroba del gentil sesso: top o maglietta? Felpa o cardigan? Tuta o leggings?

I tanti, troppi quesiti che lo stile impone (anche) in palestra vanno risolti seguendo qualche regola base di buon senso (e buon gusto, che non guasta mai). Come si può pensare di fare step con le zeppe?

No, non è un’iperbole. Capita questo e molto altro nel limbo degli spogliatoi, dove si decide il look dell’ora di fatiche. Se da una parte è fondamentale non scadere nel trash (o nel sexy-kitsch, a seconda…) allo stesso modo è opportuno scegliere il tessuto giusto, che sia leggero e traspirante, meglio in cotone o microfibra, per non incappare in spiacevoli incidenti olfattivi.